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Ursula Meier – Svizzera/Francia/Belgio 2008 - 1h 35'

  Non capita tanto spesso di poter salutare, in un primo film, una rivelazione; ma è il caso di Home della regista franco-sviz zera Ursula Meier: strano, coinvolgente oggetto cinematografico che comincia come una cronaca familiare prima di trasformarsi in parabola apocalittica. Una famiglia francese vive in una terra di nessuno ai bordi di un’autostrada dimenticata. Madre, padre e tre ragazzi, apparentemente uniti e felici del proprio isolamento. Un giorno la radio annuncia la riapertura della strada e un mare d’auto irrompe nel la vita di Marthe, Michel e dei loro rampolli. Soffocato dai gas di scappamento, violentato nella sua intimità, il piccolo gruppo scoppia: la madre è presa in ostaggio dalle proprie nevrosi; la figlia maggiore se ne va; quelli che restano si barricano dentro la casa, trasformata in un bunker che somiglia molto a una tomba. Ma la trama rende appena l’idea. Ogni film è una questione di “come”; e Ursula di creatività ne ha da vendere, se è capace di scivolare dall’iperrealismo ad atmosfere malate, alla Haneke, per puro effetto di stile. Qualcosa da ridire solo sull’epilogo, dove la metafora (il nostro è un mondo impaurito, barricato nelle sue case e nelle sue auto: ma fino a quando?) si appesantisce e la catarsi gronda ottimismo della volontà.

Roberto Nepoti – La Repubblica




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Marthe, Michel e i loro tre figli vivono isolati lungo un’autostrada costruita da anni e mai inaugurata. Quando però l’autostrada viene messa in funzione e migliaia di macchine iniziano a sfrecciare, la famiglia si trova ad affrontare una situazione sempre più ingestibile... Un racconto dell’assurdo modulato su un registro di estremo realismo, la deflagrazione di una follia latente vissuta come una parabola sulla difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo. Un'opera prima di strabiliante personalità.

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