Possiamo non entusiasmarci per Fuochi
d’artificio e Il quinto elemento?
Non è un atteggiamento snob, solo un disinteresse critico verso
due prodotti decisamente "leggeri". In
Fuochi d’artificio Pieraccioni fa il verso a se stesso, ripresenta
il cabaret esistenziale de Il
ciclone: spessore sociale o approfondimento psicologico zero,
bozzettismo sentimentale "pirotecnico". Luc
Besson invece fa un passo indietro rispetto all’iperrealismo umano e narrativo
di Leon e si gode il suo giocattolone fantascientifico
sgargiante e bizzarro: sfavillanti gli effetti speciali e straordinarie
le scenografie di Moebius e Mézière, ma il tessuto narrativo
è davvero ben poca cosa.
e.l.
La
Difesa del Popolo 23/11/97
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