Percorsi a cielo aperto
Cinema Torresino ESTATE: sab. 19/7 - dom. 20/7 - lun. 21/7

CINEMA ITALIANO ALLA RISCOSSA


Uomo d'acqua dolce
di Antonio Albanese - Italia 1997 - 1h 39'

Il ciclone
di LeonardoPieraccioni - Italia 1996 - 1h 30'

Cresceranno i carciofi a Mimongo
di Fulvio Ottaviano - Italia 1996 - 1h 20'

 

Dio ci scampi dal cinema italiano! Quante volte il giudizio sulla produzione nostrana risulta aspro e intollerante. Le becere pantomime dei Vanzina o le scontate gag del solito Verdone non concedono certo spazio al rivalorizzarsi dell'italica commedia ma la voce pingue del botteghino copre ogni argomentata lamentazione, specie quando, al confronto, si attestano su miserevoli incassi opere di indiscussa rispettabilità come Le acrobate e Testimone a rischio. C'è stato comunque un positivo riscontro per Nirvana e La tregua (sopravvalutati anche a Cannes), ma l'ostracismo del grande pubblico è caduto, inaspettatamente, di fronte ad un'opera seconda leggera e rasserenante, giocata su una regia pedestre, ma su una sceneggiatura fresca e accattivante, sulla seduzione casereccia di donne e musiche spagnole, sulla simpatia cabarettistica, tutta toscana, del "fenomeno" Pieraccioni (5.000.000 presenze sul territorio nazionale). Stiamo parlando ovviamente de Il ciclone che ha strapazzato a Natale perfino il colosso Disney, ma possiamo affiancargli, in trend positivo di consensi, due esordi curiosi e dissimili: Uomo d'acqua dolce ha certo sfondato (900.000 presenze) grazie all'"effetto-Mai dire gol" che ha imposto tra le simpatie giovanili il camaleontico e straripante Antonio Albanese. La sua verve comica si mette qui al servizio del doppio ruolo di attore e regista e il risultato è di estraniante efficacia, certo ancora debole stilisticamente, ma narrativamente "compiuto" nell'incerta esistenzialità del suo personaggio. Caso a parte infine quello di Cresceranno i carciofi a Mimongo: budget ridotto, bianco e nero "alternativo", attori semisconosciuti, trama e situazioni di un giovanilismo sfacciato e sornione. Un prototipo di cinema indipendente e intraprendente, una realtà non trascurabile anche nella risposta di pubblico (100.000 pres.). Onore al merito alla Cecchi Gori che "firma", in tutti e tre i casi, produzione e distribuzione.

e.l.