...Con il suo stile controllato e arciclassico, è uno dei più bei film di questi anni e uno dei migliori in assoluto mai fatti sullo sport, anche se incasellarlo in questa categoria è a dir poco riduttivo. (...) Foxcatcher iscrive infatti un'inquietante metafora politica e l'analisi di un torbido rapporto psicologico reso ancora più forte dal suo passare letteralmente attraverso il corpo dei protagonisti, campioni anche nel senso in cui si dice di una roccia che è il 'campione' di un certo minerale (...) Miller (Truman Capote, L'arte di vincere) sfrutta a meraviglia l'immensa mole di materiali che quel celebre caso di cronaca, oggi dimenticato, gli ha messo a disposizione. Ricostruendo ambienti, comportamenti e perfino movenze con un'aderenza fisica che ne rivela l'essenza profonda. Impressionanti in particolare i tre protagonisti... Era difficile concentrare in tre soli protagonisti tutte le luci e le ombre di un'epoca al tramonto (l'era reaganiana, con le sue fanfare e le sue illusioni). Ma è proprio quanto fa Foxcatcher, sfruttando a fondo il contrasto fra questi mondi così lontani. (...) Raramente un film avrà esplorato con più acutezza tutte le pieghe e i doppifondi di una relazione così complessa e malata, portandone a galla i significati più reconditi. Si capisce che Bennett Miller faccia un film ogni tre anni circa. Speriamo che resti fedele al suo metodo. |
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
Bennett Miller, che ha scritto la sceneggiatura con Dan Futterman ed E. Max Frye (...), riduce i dialoghi al minimo e lascia il compito di trasmettere il peso incombente che grava su tutti a una macchina da presa che si «ferma» sulle cose (...) e che riesce a dare una forma mentale a quegli invisibili confini che finiscono per stringere sempre più i tre protagonisti, lungo un cammino che si avvia verso l'«inevitabile» tragedia. Ma sempre con un gusto del non-detto e del sospeso che trasforma un film «sportivo» in un dramma psicologico, dove le zone d'ombra (impossibile non pensare a Quarto potere nel percorso solipsistico di du Pont) e i sottintesi omo-erotici (lasciati giustamente molto sullo sfondo) contribuiscono a costruire la psicologia dei personaggi. Un lavoro che si regge su una recitazione di altissimo livello, per altro qualità costante dei film di Miller (...). E se Ruffalo e Carell avevano già dimostrato il loro valore, la vera sorpresa è Channing Tatum, liberato finalmente dai ruoli di toy boy che l'hanno imposto e capace di mostrare sul corpo - l'andatura a ciondoloni, la testa un po' incassata tra le spalle, lo sguardo appannato - tutto il tormento che lo devasta. E che trasforma questo film in un nuovo, indimenticabile colpo basso al mito americano e ai suoi sogni di successo e di vittoria. |
Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera |
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Basato su fatti realmente accaduti, è la oscura e affascinante storia della singolare amicizia - segnata da un drammatico epilogo - tra un eccentrico milionario e due campioni di lotta libera. Mark Schultz, vincitore della medaglia d'oro alle Olimpiadi, viene invitato dal ricco ereditiere John du Pont che ha organizzato nella sua tenuta una palestra per formare la squadra di lottatori che dovranno concorrere alle Olimpiadi di Seul del 1988: la 'Team Foxcatcher'. Schultz accetta volentieri, cogliendo anche l'occasione per affrancarsi dalla figura di suo fratello Dave, anche lui campione di lotta libera, che si è sempre occupato di lui e dei suoi allenamenti. Per du Pont, invece, riuscire a mettere in piedi una squadra di livello mondiale è un modo per ottenere finalmente il rispetto che pensa di meritare agli occhi del mondo e, soprattutto, di sua madre. Lusingato per l'attenzione e affascinato dalla mondo dorato del milionario, Mark diventa sempre più dipendente dal suo mentore... Il regista non è tanto interessato allo sport quanto a raccontare attraverso lo sport il senso dei rapporti umani e di classe, la desolazione di un vuoto ritrovato che aumenta man mano che du Pont si fa meno padre e sempre più gelido padrone. Un'impietosa metafora dell'America del potere e uno sconvolgente scavo nella natura umana e nei meandri dei legami familiari, uno dei più bei film di questi anni. |
LUX - aprile 2015 |