"La
vita è una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti
capita". La massima di mamma Gump calza a pennello per la sua
esistenza e per quella del figlio Forrest. Tra i tanti figli-cioccolatini
del mondo il suo è un sotto-dotato, un povero di spirito per
esprimersi evangelicamente, uno stupido per dirla senza mezzi termini.
Eppure Forrest, per il quale la madre si ostina a pretendere un futuro
di pari opportunità, è destinato ad un avvenire folgorante,
ad un'esistenza-simbolo di ingenua saggezza e successi incredibili.
Con la soave leggerezza di una piuma (che metaforicamente apre e chiude
il film) Forrest Gump, seduto su una panchina ad una fermata d'autobus,
racconta a chi gli si siede accanto (e a noi che gli sediamo di fronte)
la complessa banalità della sua vita, affrontata con la serenità
di un cioccolatino scelto a caso e sorretta da un'altra filosofica certezza:
"E' stupido chi lo stupido lo fa". Così lo "stupido"
Forrest stupido non può "esserlo" davvero poiché
il suo agire è sempre dettato da una bontà d'animo non
incrinata dalla cattiva coscienza del mondo e le sue intuizioni hanno
la limpidezza del mito, mentre il caso lo fa entrare da protagonista
nell'ultimo trentennio della Storia d'America: ezio leoni - La Difesa Del Popolo 13 novembre 1994 |
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