Tre colori - Film Bianco (Trois couleurs. Blanc)
di Krzysztof Kieslowski - Francia/Polonia 1994
- 1h 31'

 

da Ciak (Piera Detassis)

Bianco come la perdita di tutto, Bianco come la luce polacca sulla Vistola gelata, Bianco come l'orgasmo risolutivo tra marito e moglie. Bianco e un poco gelido come il miglior cinema di Kieslowski, il cineasta lanciato dell'implacabile serie Decalogo. E' il secondo colore della serie dedicata alle tonalità della bandiera francese e viene dopo Film Blu, osannato e premiato a Venezia. Il cineasta polacco dallo sguardo da chirurgo delude difficilmente, ma questo Bianco è meglio del precedente. La storia del parrucchiere polacco mal sposato a Parigi con una francese, che non sopporta la sua temporanea impotenza e lo getta su una strada, è raccontata con la vena migliore di Kieslowski, quella che intreccia e confonde crudeltà descrittiva e sarcasmo divertito. La sua "scrittura" è come una lama gelida che attraversa la carne delle cose e delle persone e la ferisce, talvolta con leggerezza.

da Sette - supplemento Corriere (Paolo Mereghetti)

Anche Kieslowski sa sorridere. In maniera un po' acida, magari, ma sempre di sorriso si tratta. [...] Qui si parla di eguaglianza, ribaltando però - come già in Film Blu - le aspettative: le "pari possibilità" per tutti diventano sarcasticamente una specie di legge del taglione, e anche la moglie francese che l'ha sconfitto in tribunale (e l'ha obbligato al divorzio e a un triste ritorno in patria) si ritroverà costretta a fare i conti con una giustizia altrettanto ingiusta e immorale, che annulla ogni tipo di umanità (proprio come il colore bianco degli stacchi narrativi "nega" la varietà degli altri colori). Ma se Kieslowski non perde il suo laico pessimismo sui destini generali del mondo (l'Est che ci descrive è il paese degli imbroglioni, dei soprusi, della mancanza di qualsiasi legge che non sia quella dei furbi), conquista per contro un'ironia e un tocco sarcastico che mettono in evidenza il fondo di umanità nascosto in ognuno.