Falstaff (Campanas
a medianoche) |
Enrico IV di Lancaster, usurpatore del trono, è preoccupato per la vita dissoluta del figlio ed erede Hal, che conta Sir John Falstaff tra i più intimi compagni di gozzoviglie. Dopo aver assalito dei pellegrini, i due amici partono a combattere contro i ribelli al trono, riuscendo in questo modo a sfuggire al giudizio della legge. Sul campo, Hal ha modo di comportarsi eroicamente e di contribuire a pieno titolo alla vittoria. Alla morte del sovrano per malattia, Hal ottiene la corona con il nome di Enrico V. Falstaff, appresa la notizia mentre ozia in taverna, accorre a corte, ma viene respinto e umiliato dal nuovo re. Morirà in solitudine e tristezza. |
Considerato
quasi unanimemente il miglior adattamento cinematografico da Shakespeare,
Campanadas a medianoche è una sorprendente composizione in un linguaggio
di prestigiosa tradizione e allo stesso tempo una sperimentazione quasi
isolata: difficile trovare un'opera capace di riproporre la voce autentica
del Bardo di Stratford con la stessa nitidezza, ancor più trovarne una che
ne faccia uso per esprimere il fondo di una soggettività altra e
inconfondibile, le cui tematiche, modulate con toccante ossessività, si
fondono senza apparenti scarti con la drammaturgia di un classico per
antonomasia. Maturazione della confidenza di
Orson Welles
con i testi, irrobustita tanto dalle precedenti riduzioni da Shakespeare (Otello,
1952; Macbeth, 1948), quanto dalle
molteplici messe in scena della sua carriera sul palcoscenico, il film è
tratto da più opere (Richard II, Henry IV parte prima e seconda,
Henry V e The Merry Wives of Windsor), secondo un'idea analoga
a quella di uno spettacolo teatrale del 1939 dello stesso Welles (Five
Kings) che riuniva alcuni dei più importanti drammi shakespeariani
sulla storia dell'Inghilterra. Nel film, tuttavia, è protagonista Falstaff,
figura ricorrente in parte di quei testi, insieme al principe Hal e al
padre Enrico IV. Sullo sfondo dei cruenti conflitti che diedero vita alla
moderna monarchia inglese, Welles scontorna, grazie alla poesia originaria
spesso riproposta alla lettera, il triangolo di un giovane di sangue
regale diviso tra un padre freddo e spietato e un altro dolce e giocoso.
La ribellione all'autorità paterna e la sua perpetuazione, l'intimità
dell'amicizia e la disillusione della sua negazione, hanno il movimento
profondo e inesorabile che porta dalla gaiezza della commedia alla
desolazione tragica. Un movimento alimentato dalla più ampia estensione
delle risorse espressive del grande schermo: gli stacchi repentini e l'uso
mai neutro dei contrasti di luce e degli scorci scenografici, i volumi del
grandangolo e la concentrazione dei primi piani, l'impeccabile lezione
shakespeariana di John Gielgud e la ricchezza timbrica e filologica della
musica di Lavagnino. Realizzato tra le consuete ristrettezze (la mediocre
sonorizzazione compromise l'accoglienza della stampa di lingua inglese),
girato in una Spagna scabra e nebbiosa, è un affresco fatto di sete di
vita, crudeltà e ingratitudine nel quale Welles isola la trama consueta
del proprio mondo, da
Citizen Kane
a The Magnificent Ambersons (1942) a
Touch of Evil:
l'acuto senso di rimpianto, quasi ipnotico, per un'età scomparsa ("un
mattino del mondo fresco di rugiada"), l'analisi del desiderio di
dominio su esseri e cose che esercita il suo primato su ogni realtà. |
Mario Sesti - Enciclopedia del Cinema |
Interpreti e personaggi: Orson Welles (Sir John Falstaff), Keith Baxter (principe Hal, poi Enrico V), John Gielgud (Enrico IV), Jeanne Moreau (Doll Tearsheet), Margaret Rutherford (Mrs. Quickly), Norman Rodway (Henry Percy, Hotspur), Marina Vlady (Kate Percy, Lady Hotspur), Alan Webb (mastro Shallow), Tony Beckley (Poins), Walter Chiari (Silenzio), Fernando Rey (Worcester), Michael Aldridge (Pistol), Andrew Faulds (Westmoreland), José Nieto (Northumberland), Jeremy Rowe (Lancaster), Beatrice Welles (paggio di Falstaff), Paddy Bedford (Bardolph), Ralph Richardson (voce del narratore) |
cinema invisibile LUX ottobre-dicembre 2012
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Enrico IV,
primo monarca dei Lancaster, regna in Inghilterra; quando muore
gli succede, con il nome di Enrico V, il principe Hal che rinnega
Falstaff, il suo vecchio compagno di crapule e sregolatezze e lo
esilia. È l'ultimo grande film di Welles, splendido a livello
visivo (la sequenza della battaglia!) e di grande intensità
narrativa. Il suo Falstaff sa che la sua lezione di umanesimo va
contro la Storia e il suo destino di sconfitto lo porta ad una
malinconia struggente... |