Mentre si trovano in viaggio di nozze
vicino alla frontiera con gli Usa, un poliziotto messicano, Vargas (Charlton Heston), e sua moglie Susan (Janet Leigh)
assistono a un attentato contro il più ricco esponente della
zona. Vargas decide di indagare sul caso, ma deve vedersela con
il capitano Quinlan (Welles), di tutt'altra scuola: tanto il
primo è razionale e alla ricerca della prova logica, quanto il
secondo si fa guidare dall'istinto e non esita a fabbricare prove
come supporto alle sue intuizioni.
Da un banale intreccio poliziesco, tratto dal romanzo Contro tutti
di With Masterson e già sceneggiato da Paul Monash per una produzione
di serie B, un'opera monumentale e ricca di fascino nonostante le
manomissioni finali, che segna il ritorno di Welles
a Hollywood dopo la parentesi europea. Chiamato dalla Universal per
assicurarsi la partecipazione di Charlton Heston, Welles rielabora
velocemente la sceneggiatura senza leggere il romanzo, mette a punto
un conflitto drammaturgico ambiguo e geniale, e si cuce su misura
un personaggio titanico, malato di assolutismo, riprovevole eppure
dotato di un fiuto infallibile.
A Welles interessa "non tanto la grandezza del male, quanto l'innocenza
nel peccato" e cosi all'ambiguità morale fa riscontro un'analoga
ambiguità estetica, giocata su una violenta deformazione dello spazio
(grandangolo con lente a focale corta, profondità di campo esasperata)
e su una velocità "doppia" (del montaggio, con vorticosi
piani sequenza - tra cui il più celebre è quello che apre il film
- e dei personaggi all'interno delle singole inquadrature).
Noir
sadico, dalle ascendenze kafkiane, capolavoro del cinema wellesiano
All'amica Marlene Dietrich, venuta a trovarlo sul set e per la quale
Welles inventò il personaggio di Tanya, è affidata la battuta conclusiva
del film: "Era uno sporco poliziotto, ma a suo modo era anche
un grand'uomo".
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