I dilettanti
(I Went Down) |
da Cineforum (Alessandra Di Luzio)
Il road movie con coppia criminale non
è certo una novità e tanto meno è insolito che i due
delinquenti siano pasticcioni e incompetenti, che uno sia più calmo
e l'altro più scalmanato, uno più spietato e l'altro ingenuo
e con un cuore grande così. Eppure la storia di Git e Bunny, dilettanti
della malavita, tutto può far venire in mente tranne che si tratti
di un film già visto. Anzi, è una sottile sensazione di nuovo,
di insolito e originale quella che accompagna lo spettatore per tutta la
durata del film...
La sceneggiatura è costruita attraverso una giustapposizione di
segmenti, quasi degli sketch, introdotti ognuno da una didascalia sul nero
in cui vengono elencati i fatti salienti di ogni episodio. Questo espediente
narrativo, lungi dal risultare ammiccante e invadente, contribuisce a sdrammatizzare
e alleggerire la materia raccontata, quasi a voler rassicurare lo spettatore
sul destino che attende i due eroi, sprovveduti quanto simpatici...
I dilettanti non assomiglia insomma a nessun film in particolare, pur aderendo
perfettamente ad almeno due o tre generi cinematografici ben codificati, il
road movie, il thriller noir e la commedia. È innegabile che però
qualche punto di riferimento vi traspaia, a cominciare da Crocevia
della morte e Fargo dei Coen, che vengono
citati quasi letteralmente. Eppure è uno spirito da d'avventura da fumetto
disneyano quello che caratterizza in modo più esplicito il film di Breatnach,
leggero e veloce come una storia dello zio Paperone, dove i soldi falsi sono
il sogno proibito di buoni e cattivi, e dove i tesori sepolti, le poche volte
che vengono effettivamente rinvenuti, nascondono sempre qualche brutta sorpresa.