Dal romanzo omonimo di Georges Bernanos, la storia di un giovane curato di Ambricourt, nell’Artois. il quale, malgrado la buona volontà, colleziona insuccessi e viene isolato dai suoi parrocchiani ipocriti e dai suoi superiori. Morirà di un cancro allo stomaco. «Creare il soprannaturale muovendo dal reale»: questa la poetica di Bresson, che suggerisce i tormenti interiori con un’esemplare sobrietà espressiva mentre racconta «la confessione dolorosa di tutta una vita» scandita dagli umili compiti quotidiani, la lotta per conquistare ogni anima (con la contessa e sua figlia) e l’avventura mistica che segue il cammino dell’agonia di Cristo. Fedele allo spirito, ma anche al testo di Bernanos (che aveva già rifiutato due adattamenti del suo romanzo, di Jean Aurenche e di padre Bruckberger), Bresson – come sempre anche sceneggiatore – lega intimamente il dolore fisico (del cancro) alla sofferenza morale (la solitudine, il dubbio), utilizzando numerose scene in cui i simboli materiali della scrittura (la mano, le pagine, il calamaio, la penna) accompagnano la riproposta di passi interi del romanzo. Tra disperazione e rassegnazione, un film sull’impotenza dell’uomo di fronte al male per nulla confessionale e fideistico. |
Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti |
cinema invisibile febbraio-giugno 2011 - SENTIERI DELLO SPIRITO
la proiezione sarà introdotta da Umberto Curi