La danza della realtà (La danza de la realidad)
Alejandro Jodorowsky - Cile/Francia 2013 - 2h 13’


   Figlio di emigranti ebrei ucraini esiliati in Cile, Jodorowsky reimmagina la propria infanzia, conservando la verità dei personaggi ma trasponendo gli eventi in un universo poetico. In questa biografia immaginaria, Alejandrito cresce nella merceria "Ukrania" del padre, ateo e severissimo, che lo costringe a prove di resistenza fisica e coraggio eroico, mentre la madre, le cui parole escono sotto forma di canto, rappresenta un porto sicuro e sentimentale. Ma è proprio il padre, Jaime, il vero protagonista di questo poema epico che lo vede passare dallo stalinismo convinto alla fascinazione per il dittatore don Carlos Ibañez, che si era ripromesso di uccidere, fino alla redenzione e alla riscoperta di sé.
C'è veramente tanto di tutto in questo racconto: ci sono l'Odissea di Omero, l'Amarcord di Fellini, il Vangelo (la parabola di Jaime lo vedrà prima storpio poi falegname poi martire), ci sono estratti dai libri dell'autore stesso e c'è la psicomagia da lui teorizzata (anche se qui mai nominata), affidata alla figura della madre, che guarisce il marito dalla peste e dall'infermità e il figlio dalla paura dell'oscurità. Il racconto è lungo, dunque, ma straordinariamente coerente nella resa visiva, nonostante le continue invenzioni sceniche e l'avvicendarsi di costumi fantasiosi e situazioni spettacolari (come la mostra canina o la morìa di pesci sulla battigia).
Il ritorno del regista dopo ventitrè anni di lontananza dal cinema avviene dunque nel nome del suo spirito migliore e più apprezzato, quello surrealista o, in questo caso, soprattutto simbolista, e ha tutta l'aria di un gesto psicomagico esso stesso, dall'impatto emotivo comprovato. Si ride e ci si commuove, in un film in cui la madre crede che suo figlio sia una reincarnazione di suo padre e intanto Jodorowsky stesso adopera il talento istrionico di suo figlio Brontis per fargli interpretare suo padre, a dimostrazione di una complementarietà senza contraddizioni tra esperienza artistica e esperienza di vita (come del resto ribadisce la presenza in scena del regista demiurgo, presenza comunque discreta).
Non mancano, evidentemente, le esagerazioni e gli eccessi, specie nel capitolo cristologico, o nell'evocazione del circ,o ma fanno parte del pacchetto e sono onorevolmente bilanciati dalla presenza di sequenze di rara bellezza (il bambino nero di lucido da scarpe) e intensità narrativa (il piccolo lucidascarpe che annega a causa della suola nuova e liscia). Jodoroswky si conferma dunque un regista che crede ancora, potentemente, nell'immagine e nella costruzione dell'inquadratura, senza però rinunciare ad una narrazione altrettanto ricca ed evocativa.

Marianna Cappi - mymovies.it 





promo

Autobiografia immaginaria - ma con personaggi, luoghi ed eventi reali - di Alejandro Jodorowsky. Nato nel 1929 a Tocopilla, una piccola cittadina nel bel mezzo del deserto cileno, è stato allevato in una famiglia senza radici, con una formazione che non gli ha risparmiato esperienze dure e violente. Ed è così che Jodorowsky ha scoperto gli aspetti fondamentali della realtà e ha sviluppato quella potente immaginazione, principale alleato nella sua affermazione tra i più importanti creatori degli ultimi dieci anni. Anche ne La danza della realtà la finzione supera la realtà in un universo poetico dove Jodorowsky reinventa la sua famiglia e particolarmente il percorso di suo padre fino alla redenzione, riconciliazione di un uomo con la sua infanzia. Ne esce l'affascinante affresco di un’esistenza che esalta, al di là di ogni misura, le potenzialità dell’essere allo scopo di rifiutare i limiti dell’immaginario e della ragione e di risvegliare il capitale di trasformazione della vita che si trova in ciascuno di noi. Un'odissea felliniana di splendidi eccessi.

film precedente presente sul sito

 LUX - marzo 2015

film precedente presente sul sito