Constans |
miglior regia |
"Il mondo cambierà se potrà contare su un giusto in più"
L'approccio ad un film come
Constans va
fatto con la coscienza di trovarsi di fronte ad un'opera rara per integrità
formale e contenuto intimista, uno Zanussi-film insomma. Pur con la ponderosità
di un sostanziale simbolismo di fondo (la montagna come metafora dell'assoluto,
le disquisizioni matematiche come enunciazione di una filosofia della vita)
il lavoro resta limpido nella sua tematica, che è quella di una
aderenza perentoria a valori universali troppo spesso soffocati da giustificazioni
relativistiche, di una coraggiosa disponibilità al colloquio esistenziale
con il dolore, con la morte, quindi con il trascendente (c'è una
frase-chiave pronunciata dalla madre durante l'agonia che è stata
tralasciata nel doppiaggio italiano: "voglio soffrire secondo le
Tue intenzioni"). E c'è soprattutto il soffio vitale della
speranza ("il mondo cambierà se potrà contare su
un giusto in più? - Sì" - risponde fiducioso Witold)
anche se niente promette Zanussi alla coerenza dell'uomo retto. ezio leoni - Espressione Giovani marzo-aprile1983 |
CANNES 1980: Premio per la migliore regia - Premio OCIC |
Soggetto e sceneggiatura:
Krzysztof Zanussi. Fotografia (colore):
Slawomir ldziak. Scenografia:
Tadeusz Wybult. Musica:
Wojciech Kilar. Suono:
Wislawa Dembinska. Montaggio: Urzula
Sliwinska. Interpreti: Tadeusz Bradecki (Wìtold), Malgorzata Zajaczkowska (moglie di Witold), Zolia Mrozowska (la madre), Cezary Morawski (Stefan), Witold Pyrkosz (Mariusz), Edward Zebrowski (il Professore), Ewa Lejczak (la moglie di Stefan), Jan Jurcwicz (Zenek). Produzione: "Tor" Film Unit. Direttore di produzione: Tadeusz Drewno. |
Krzysztol Zanussi
(Varsavia
1939) è con Waida il regista più eloquente dell'anima polacca
degli ultimi anni. Con alle spalle solidi studi scientifici ed umanistici
(fisica e filosofia all'università) sa dare al suo cinema un taglio
asciutto ed incisivo, scarno nella coerente partecipazione ad un vivere
scandito da un'umile quotidianità, ricco di un fermento esistenziale
che tiene conto via via degli aneliti dell'individuo e dei rapporti sociali,
della professionalità, dell'arrivismo e dell'onestà, delle
memorie, civili e biologiche, del peso del destino, dell'accavallarsi delle
coincidenze e del calcolo delle probabilità, dell'incalzante procedere
del razionalismo e del profondo riflettere della coscienza più intima,
dell'amore, della fede e della religione, dei sentimenti, della sacralità
e del senso della vita. Il lungometraggio d'esordio Struktura
Krysztalu (La struttura del cristallo,
1969) viene dopo due importanti pro- ve come Tramway
do nieba (premiato al festival polacco del cinema amatoriale
nel '58) e Smierc prowinciala (cortometraggio
del '66 per il diploma alla Scuola Superiore del Cinema di Lodz) e rivela
subito la linearità suo stile e l'analisi approfondita, tra discorso
scientifico e discorso sociale, del legame singolo-collettività.
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ezio leoni - Espressione Giovani marzo-aprile1983 |