C'è chi dice no
Giambattista Avellino
- Italia
2011
- 1h 35' |
Max
è un precario di talento impiegato presso un quotidiano locale dove sogna
di essere assunto ma viene ancora una volta scalzato dal raccomandato di
turno. Samuele insegna diritto penale mentre aspira al posto da
ricercatore e assiste un barone universitario che gli preferisce da sempre
segnalati incapaci. Irma è una dottoressa appassionata in attesa di un
contratto, soffiato in zona Cesarini dalla procace fidanzata del primario.
Ex compagni di liceo, ritrovatisi a una cena commemorativa, Max, Samuele e
Irma si scambiano difficoltà e dilemmi e decidono di fare fronte comune
contro la piaga della raccomandazione. Fondatori di un movimento virtuale,
“I pirati del merito”, diventeranno le (lunghe) ombre nere della coscienza
dei ‘segnalanti’, incalzandoli con molestie e rappresaglie decisamente
creative.
Il cinema italiano ha evidentemente scoperto la drammaticità del
precariato e di conseguenza l’urgenza di affrontare sul grande schermo la
vita di chi tira avanti con contratti a progetto, collaborazioni a
termine, lavori a tempo determinato. Lo ha fatto Paolo Virzì con
Tutta la vita davanti,
poi Anna Negri con
Riprendimi e
Massimo Venier con Generazione 1000 euro
e ancora Ascanio Celestini col documentario
Parole sante, raccontando con toni e
stili diversi il cul de sac in cui sembra essersi infilato il mondo del
lavoro nell’era della globalizzazione.
Il film di Giambattista Avellino non fa eccezione ma introduce una
variante, è una commedia sociale abitata da tre giovani precari che questa
volta non ci stanno e puntano il dito contro la raccomandazione, ovvero
quella odiosa forma di segnalazione ‘autorevole’ che mira ad agevolare un
favorito ‘figlio di’ naturalmente incompetente. Avvalendosi di un cast
assortito che sfrutta abilmente la duplice notorietà cinematografica e
televisiva dei suoi attori (l’inflazionata Paola Cortellesi e lo
sfruttatissimo Luca Argentero), C’è chi dice no si inserisce nella nutrita
schiera della nuova commedia nazionale, ‘civica e democratica’, in grado
di intercettare i gusti del pubblico, il mood sociale e un tema corrente e
dibattuto su giornali e mass media. Se il film ha l’indubbio merito di
introdurre un motivo di crisi (la pratica della raccomandazione o quella
endemica degli scambi di favore) e addirittura di costringere uno dei
nobili protagonisti ad abbandonare la nave ‘pirata del merito’ quando
quest’ultima sta per affondare per salvare se stesso e il proprio
vantaggio, l’ecumenismo buonista ha la meglio sulla tentazione drammatica
e trascina sul fondo commedia e ‘morale’ [...]
C’è
chi dice no
è un film sproblematizzante e sconsolante, che non difende la serietà
dell’esperienza morale dei suoi pirati-precari ma anzi nutre e approva la
tendenza degli italiani a prendere il mondo com’è senza mai invertire la
tendenza. Il sistema non si abbatte e chi (fuori dalla finzione) è
ingranaggio ben lubrificato di quel sistema produce un cinema normalizzato
che non trova mai la rabbia e l’indignazione e soffoca sul nascere ogni
tentativo di perseguire idee e modelli di cinema (e di vita) diversi. Il
sistema è chiuso. Fuori la visione dissidente, dentro la domanda sovrana.
Confezionata naturalmente in una commedia di grande appeal. |
Marzia Gandolfi -
Mymovies.it |
promo |
Tre amici, Max,
Samuele e Irma – giovani di talento che hanno da poco concluso gli
studi – sono impegnati come tanti altri nella ricerca di un
lavoro, ma si trovano a dover fronteggiare la concorrenza di
quelli che anziché giocare la carta del merito, vincono sempre
"barando", cioè grazie alle raccomandazioni. Delusi da un sistema
che non permette loro di emergere e da criteri di selezione
perennemente truccati, i tre escogiteranno una loro personale
vendetta.
In Italia ci sono più raccomandati o gente che non ha uno straccio
di conoscenza? Una commedia, apparentemente leggera che,
raccontando le disavventure di tre ex compagni di scuola e di un
comune nemico, porta lo spettatore ad identificarsi con i “Pirati
del Merito”, vero e proprio movimento, pronto a battersi contro
ogni forma di raccomandazione. Si ride a denti stretti... |
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LUX
- aprile/maggio 2011
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