Michael
Stone si reca Cincinnati per presentare il suo best seller sul
customer service, il libro “Come posso aiutarti ad aiutarli?” è vero
e proprio motivo di culto per tutti gli addetti al servizio clienti
del paese. Ma l'uomo, marito e padre di famiglia, non rispecchia
esattamente il ritratto dell'uomo di successo che i suoi seguaci gli
dipingono addosso. Allo spettatore appare semmai svogliato e
probabilmente depresso, circondato da monotonia e ridondanza. Non a
caso alloggia al Fregoli, albergo di fantasia che prende il nome da
una sindrome che definisce il delirio di essere perseguitati da
qualcuno che sostituisce il proprio aspetto con quello di altri.
Le voci di chiunque Michael incroci sono la stessa, identica voce.
La sua.
Originariamente nato come un “sound play”,
Anomalisa
deve la propria successiva realizzazione in animazione stop-motion
grazie a un'iniziativa di crowdfunding. Charlie Kaufman, regista di
Synecdoche,
New York ma anche sceneggiatore di
Eternal Sunshine
Of A Spotless Mind, trova nella tecnica dello stop-motion (al suo
fianco per questo Duke Johnson), materia ideale per sprigionare la
propria creatività e dare vita a un racconto che nasceva composto di
sole voci.
La consueta fragilità dei protagonisti delle sue sceneggiature si
materializza, nelle maschere dei burattini, nella de-umanizzazione,
nella banalità del quotidiano, come scricchiolio e posticcio. E così
nella fugace ossessione per un amore passato di cui Michael con
comprende l'epilogo il senso delle cose si confonde – tilt tra fatti
e opinioni evidentemente – finché una voce non si distingue dalle
altre. È autentica e accogliente, è il suono della voce di Lisa (in
originale una folgorante Jennifer Jason Leigh). Lei è differente,
un'anomalia appunto, imperfetta e maldestra, è la miccia che innesca
un rinnovato turbinio di sensazioni nella vita dell'uomo. Lei è
l'oggetto diverso, stridente col contesto, inconsapevolmente
incapace di mostrarsi e agire come gli altri e lui la corteggia e
l'ama, non può fare altrimenti. In quella notte al Fregoli
progettano anche di scappare insieme…
Ma l'incubo è in agguato, e non ci può essere una definizione
univoca ad esso. Per Kaufman stesso ognuno (lo spettatore
ovviamente) ha il diritto, e forse anche il dovere di decifrarne le
coordinate, e magari cucirsele addosso. Realtà, ossessione, e colpa
si confondono ancora, l'abisso sprofonda e lo sfondo si appiattisce;
le maschere si staccano mentre errori e mancanze sono sempre
commessi da un altro. E Lisa inizia ad avere la voce di tutti gli
altri. Ma se tutto si decostruisce anche la soggettiva si può
spostare, lasciando spazio alla sensazione di delusione e abbandono
di Lisa. Oppure si torna a casa con Michael nuovamente consapevoli
che l'infelicità è inevitabile?
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