Anomalisa
Charlie Kaufmna, Duke Johnson - USA 2015 - 1h 30'

VENEZIA 72 - Fuori concorso

    Michael Stone si reca Cincinnati per presentare il suo best seller sul customer service, il libro “Come posso aiutarti ad aiutarli?” è vero e proprio motivo di culto per tutti gli addetti al servizio clienti del paese. Ma l'uomo, marito e padre di famiglia, non rispecchia esattamente il ritratto dell'uomo di successo che i suoi seguaci gli dipingono addosso. Allo spettatore appare semmai svogliato e probabilmente depresso, circondato da monotonia e ridondanza. Non a caso alloggia al Fregoli, albergo di fantasia che prende il nome da una sindrome che definisce il delirio di essere perseguitati da qualcuno che sostituisce il proprio aspetto con quello di altri.
Le voci di chiunque Michael incroci sono la stessa, identica voce. La sua.
Originariamente nato come un “sound play”, Anomalisa deve la propria successiva realizzazione in animazione stop-motion grazie a un'iniziativa di crowdfunding. Charlie Kaufman, regista di Synecdoche, New York ma anche sceneggiatore di Eternal Sunshine Of A Spotless Mind, trova nella tecnica dello stop-motion (al suo fianco per questo Duke Johnson), materia ideale per sprigionare la propria creatività e dare vita a un racconto che nasceva composto di sole voci.
La consueta fragilità dei protagonisti delle sue sceneggiature si materializza, nelle maschere dei burattini, nella de-umanizzazione, nella banalità del quotidiano, come scricchiolio e posticcio. E così nella fugace ossessione per un amore passato di cui Michael con comprende l'epilogo il senso delle cose si confonde – tilt tra fatti e opinioni evidentemente – finché una voce non si distingue dalle altre. È autentica e accogliente, è il suono della voce di Lisa (in originale una folgorante Jennifer Jason Leigh). Lei è differente, un'anomalia appunto, imperfetta e maldestra, è la miccia che innesca un rinnovato turbinio di sensazioni nella vita dell'uomo. Lei è l'oggetto diverso, stridente col contesto, inconsapevolmente incapace di mostrarsi e agire come gli altri e lui la corteggia e l'ama, non può fare altrimenti. In quella notte al Fregoli progettano anche di scappare insieme…
Ma l'incubo è in agguato, e non ci può essere una definizione univoca ad esso. Per Kaufman stesso ognuno (lo spettatore ovviamente) ha il diritto, e forse anche il dovere di decifrarne le coordinate, e magari cucirsele addosso. Realtà, ossessione, e colpa si confondono ancora, l'abisso sprofonda e lo sfondo si appiattisce; le maschere si staccano mentre errori e mancanze sono sempre commessi da un altro. E Lisa inizia ad avere la voce di tutti gli altri. Ma se tutto si decostruisce anche la soggettiva si può spostare, lasciando spazio alla sensazione di delusione e abbandono di Lisa. Oppure si torna a casa con Michael nuovamente consapevoli che l'infelicità è inevitabile?

Valentina Torresan - ottobre 2015 - pubblicato su MCmagazine 38