Auguriamo
a Kim Rossi Stuart di trovarsi un posto nella piccola grande storia delle
opere prime perché la sua prima esperienza da regista se lo merita
proprio. Già la scelta del festival di Cannes di includerlo nella
prestigiosa selezione della "Quinzaine des réalisateurs" è in questo senso
un buon segnale.
E' un film molto doloroso,
Anche
libero va bene
(dove "libero" è riferito, secondo una battuta chiave del padre al figlio
nel finale del film, all'omonimo ruolo calcistico), e di questo vanno
avvertiti gli animi sensibili, ma anche assolutamente meritevole di essere
visto. Lo stesso Kim è un padre, dell'adolescente Viola e del piccolo
Tommi (Alessandro Morace), che si sforza di prendere per il verso giusto
la non facile vita con i due figli e con i problemi del lavoro dopo
l'ennesima fuga della moglie e madre Stefania (Bobulova), donna
affascinante e instabile. Ma Renato (Kim) non sempre ce la fa a tenere a
bada lo smarrimento, la rabbia, l'ossessione che il figlio maschio
riscatti i suoi fallimenti, le esplosioni d'ira. Kim interpreta il padre
ma da regista e autore (con l'aiuto di Linda Ferri, Federico Starnone,
Francesco Giammusso) assume pienamente il punto di vista del piccolo Tommi.
Che, proprio come il piccolo protagonista di
I 400 colpi,
la vita costringe a rifugiarsi nei sogni e a maturare in fretta.
Naturale che di sfondo campeggino tutti i modelli aurei del cinema che ha
l'infanzia per protagonista: Truffaut e De Sica, ma anche la lezione di
Amelio che Kim ha assorbito da coprotagonista di
Le chiavi di casa,
e anche Comencini e il
Pinocchio di Benigni dove Kim era Lucignolo.
Ed è interessante notare che nel volgere di poco tempo due bei film
italiani, questo e
La guerra di Mario di Antonio Capuano, entrambi film
belli e aspri sia pur diversamente, abbiano rivolto lo sguardo al
difficile lavoro di bambino.
Con le partecipazioni a
Le chiavi di casa e
Romanzo criminale e con questo
suo debutto da regista la figura di Kim Rossi Stuart, il cui muoversi
controcorrente non cessa di stupire, fa un bel salto in avanti. Tenendo
miracolosamente insieme, in equilibrio delicato, un'indole gentile,
discreta e taciturna con un fondo - ne sono testimonianza il suo Freddo di
Romanzo criminale
e il suo padre di
Anche
libero va bene
- popolaresco, sanguigno, un po' minaccioso. |