Alice in Wonderland
Tim
Burton - USA
2010
- 1h 48' |
|
miglior scenografia (ROBERT STROMBERG E KAREN O'HARA)
migliori costumi (COLLEEN ATWOOD) |
Nella
fantasia di Lewis Carroll, Alice è una bambina intelligente che piange
spesso; nel film di
Tim Burton è una ragazza vittoriana ardua e
indipendente che al matrimonio preferisce viaggiare e lavorare.
Wonderland, il paese delle meraviglie, nel film diventa Underland, il
Sottomondo. La protagonista cortese e stupefatta si trasforma nella
guerriera d'un avventuroso film d'azione. La Regina Bianca, vecchia
sciatta bisbetica e bizzarra, si muta in una giovane donna perfettamente
vestita, truccata e pettinata: ma svagata, stupida. Nulla di strano.
Durante i suoi 150 anni di vita, l'amatissima Alice nel Paese
delle meraviglie è stata riraccontata in
un'infinità di versioni. Nei sessanta una delle canzoni di maggior
successo degli Jefferson Airplane era White Rabbit e Raivi Shankar
scrisse la musica di una variante oggi diffusa in dvd. Nei Settanta non
mancò una porno-Alice in film. Più recentemente, il videogioco "American
Magee's Alice" immagina la protagonista chiusa in manicomio. Ogni
generazione e cultura ha la sua Alice: a testimoniare quanto la
meravigliosa opera di Lewis Carroll risulti introiettata e indispensabile.
Tim Burton ha adattato Alice al proprio stile: la fiaba fantastica e
ironica si fa oppressa e rivoltosa: Wonderland si fa sinistro, un bosco di
tanti neri spogli e scheletriti; la sorpresa diventa malinconia; la beffa
dell'autoritarismo nel personaggio della Regina Rossa con il suo motto
"Tagliategli la testa!" diventa un'autentica minaccia di morte. Chi
ama l'Alice originale può essere sconcertato e il risultato non è certo un
capolavoro. Ma non si può non amare le due invenzioni più affascinanti del
film: Johnny Depp nella parte del Cappellaio Matto, occhi stellanti e aria
sognante, metà clown e metà scienziato pazzo, bellissimo; e l'uso degli
effetti speciali, in particolare nella figura della Regina Rossa, gran
testa e corpicciolo, ridicolaggine e livore, impersonata da Helena Bonham
Carter, la moglie di Tim Burton. |
Lietta Tornabuoni - L'Espresso |
Tim
Burton, uno dei rari geni ancora reperibili su grande schermo, «doveva»
incontrare il cult-book del reverendo professore Lewis Carroll ed è forse
questa la causa dell'impressione deludente.
Alice in Wonderland
chiama senza dubbio a raccolta l'intero caravanserraglio burtoniano sotto
le insegne della committenza Disney: restando stretti in quest'ottica,
però, la valutazione risulta penalizzata perché il legame con la versione
supervisionata dallo stesso Walt nel 1951 rende la sortita vulnerabile in
partenza. Girato alternando l'animazione bidimensionale con le riprese dal
vero e poi gonfiato in 3D col digitale, il film ricalca, infatti, per
larghi tratti il controverso modello nel raccontare le peripezie
dell'eroina anti-vittoriana caduta nel buco dell'immaginario; ma il bello
(il brutto) è che a sciogliere il rompicapo, appesantendo molto il ritmo,
provvedono proprio le poche ma clamorose varianti personali. Tra le quali
la trasformazione della maliziosa bimba in una ragazzotta para-femminista
che avanza tra i nonsense con l'irritante aria di poterli risolvere senza
alcun turbamento e l'interpretazione del Cappellaio Matto Johnny Depp
espurgata della cruciale corda eversiva, lasciata tutta inopinatamente
alla Regina Rossa. Ciò detto non si può non cogliere lo spirito da vecchio
prestigiatore che sopravvive all'espediente tecnologico e anzi lo impregna
nei gangli nient'affatto secondari di costumi, trucco e scenografia,
conferendo al Sottomondo almeno un po' dell'inquietudine dark tipicamente
burtoniana; nonché la progressione spettacolare di duelli e battaglie, che
assomiglieranno pure ai vari
Narnia o addirittura ai videogame, ma
riescono comunque a offrire al difficile pubblico d'oggi pane per i suoi
denti.
. |
Valerio Caprara - Il
Mattino |
promo |
Alice è una
diciassettenne che rifiuta un matrimonio combinato e sogna di
diventare un capitano dell’industria. Fuggendo dalla festa dove
avrebbe dovuto essere presentata in società, si trova in un mondo
molto strano, popolato da creature fantastiche. Lì troverà il
bianconiglio sempre in ritardo, il cappellaio matto, la regina
bianca e quella rossa... Burton reinterpreta il personaggio di
Lewis Carroll presentandone una versione più adulta e fa appello a
tutto l’armamentario fantasmagorico del suo cinema. Chi ama
l'Alice originale può essere sconcertato, ma non si può non amare
le due invenzioni affascinanti. Memorabili gli effetti speciali e
quel fantasmagorico Johnny Depp-Cappellaio Matto, occhi stellanti
e aria sognante, metà clown e metà scienziato pazzo. |
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto 2010