Al primo soffio di vento
Franco Piavoli - Italia 2003 - 1h 30'



da La Repubblica (Paolo D'Agostini)

       Cinema specialissimo, quello di Piavoli film successivo in archivio. Di poesia? Si può dire così. Il titolo è un verso dove Apollonio Rodio parla dell'innamoramento tra Giasone e Medea. Lei, nel bosco in attesa, quando egli appare trema come le foglie al primo soffio di vento. Dunque: l'emozione dell'amore nascente. Il rimpianto per la propria giovinezza insegue una moglie delusa dal distacco in cui vede perso e isolato il marito. Siamo in una grande casa padronale di una ricca tenuta nella campagna padana, vera casa del regista. Qui, come ha sempre amato fare (Il pianeta azzurro, Voci nel tempo...) ambienta con entomologica attitudine il suo film, osservando quasi senza parole, accompagnato da Satie e Ravel o dai rumori del vento e dell'acqua, il convivere di un gruppo di solitudini a confronto con l'alternarsi di eventi naturali che segnano il trascorrere di una giornata. Il punto, sottolineato dai muti pensieri dell'uomo davanti a un computer, è che siamo tutti uguali eppure ognuno diverso, e ciò produce chiusura, egoismo. La poetica di Piavoli non dà un risultato così convincente come in precedenti prove. Forse per via di una maggiore presenza umana sulla natura sua prediletta. Forse per quel tanto di retorica "sociale", estranea al suo timbro, che trapela dai lavoranti africani semplicisticamente ritratti come incontaminati dall'intellettualismo. Mirabile la sintonia visiva con i fatti più imponenti e più minuscoli della natura.
 

da Il Giorno (Silvio Danese)

       Il nuovo lungometraggio del più celebre artigiano stanziale del cinema italiano. Non c'è una storia forte, non c'è un tema dominante, se non la sfida di raccontare le ore di una domenica in campagna nel «suono» del riposo della casa padronale, tra le note di un esercizio pianistico (da Satie) e la penombra che avvolge le stanze, mentre lontano alcuni lavoratori africani stagionali mietono il grano e i gatti osservano gli uomini con occhi divini. L'equilibrio sovrano si rompe quando s'avverte il disagio di una famiglia, negli incubi del padrone, nell'insoddisfazione che si legge sui primi piani della padrona insonne, nell'istinto di fuga verso il futuro di una figlia che attende la fine del meriggio per uscire con gli amici. E' un potente, disarmante film sulla solitudine in risonanza con la della natura. Di Franco Piavoli si raccontano leggende. Qualcuno sostiene che distingue il fruscio di foglie di platano dal fruscio di foglie di quercia. E se il rumorista, in montaggio, fa il furbo... Direttore della fotografia e produttore esecutivo sono la stessa persona: il dio sole. Da non perdere.

i  lunedì del  LUX   febbraio-aprile 2004