A mia
madre piacciono le donne
(A mi madre le gustan las mujeres) |
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Chissà se questo film spagnolo diventerà un manifesto per l'omosessualità femminile? Ma non ha forse abbastanza forza per aspirare a tanto. Mentre va a prendere sicuramente il suo posto tra i non pochi segnali cinematografici che celebrano una qualche forma di neofamiglia, anomala ma a quanto pare non più tanto, destinata a sostituirsi a quella del modello tradizionale. Tre effervescenti sorelle una delle quali ha le fattezze intriganti dell'attrice Leonor Watling proveniente dai set di Bigas Luna e Almodovar (Parla con lei) si preoccupano, litigano e si agitano intorno alla loro famiglia smembrata un po' come facevano le loro omologhe francesi del film Pranzo di Natale. Solo che qui il "caso" (che lì era la morte del secondo marito della madre) è nella scoperta che la mamma concertista, già divorziata, ha cambiato in età avanzata il proprio campo sessuale. Presenta loro la sua nuova fidanzata facendo, con scandalo e sorpresa delle tre ragazze, aperta e imprevedibile professione di lesbismo. E' una discreta commedia brillante, pepata come sa esserlo una commedia spagnola, ma non ha niente di davvero graffiante. Se abbia un valore militante o meno non lo sappiamo, sta di fatto che il film è risultato dal lavoro di un gruppo in grandissima parte femminile, a partire da sceneggiatura e regia firmate da una coppia di donne. |
da Film Tv (Mauro Gervasini) |
...Nel giorno del suo compleanno, una madre sessantenne, famosa pianista, separata dal marito da tanto tempo, confida alle tre figlie ragazze d'essersi di nuovo innamorata: di una persona molto più giovane di lei, pianista, nata nella Repubblica Céca, e donna. La rivelazione lascia le figlie molto turbate. Dopo una prima reazione di civili banalità («Quella ragazza ha la nostra età», «Tutte siamo bisessuali»), il timore e la rivolta contro il cambiamento le spingono a un complotto per allontanare dalla madre il nuovo amore: ma le cose andranno diversamente. Tra Madrid e Praga, la commedia divertente e affettuosa dal gran lieto fine i cui nessuno più è solo usa l'ironia contro il pregiudizio, è più irridente che moralistica, più sentimentale che erotica, mostra di capire il bisogno di calore degli anziani («A modo mio, avrei bisogno di carezze anch'io», cantava Lucio Dalla) e allude soprattutto alle confusioni della identità femminile... |
LUX-TORRESINO - gennaio/febbraio 2004