La mostra si è rivelata un’occasione unica per poter confrontare i
movimenti che si sono succeduti nel corso del secolo e hanno
inaugurato il Novecento: ai ritratti neoclassici seguivano quelli
romantici, i ritratti macchiaioli, i ritratti veristi, quelli
scapigliati, quelli simbolisti, sino ai ritratti futuristi di
Balla, Boccioni, Severini e quelli unici per l’originalità del
loro stile, del ferrarese Giovanni Boldini, da sempre, gran
conoscitore e svelatore su tela dell’animo umano, e di Modigliani.
E, come si ribadisce nel catalogo, “Questo genere artistico, il
ritratto, è stato scelto come un punto di osservazione particolare
che ci permette di verificare tutta una serie di cambiamenti
avvenuti nel corso del secolo: nel gusto, nei canoni della
bellezza, nel modo di rappresentare la figura umana, di dare al
ritratto il valore di uno status symbol, di proporre una vasta
gamma di soluzioni iconografiche una diversa dall’altra. Ci sono
autoritratti e ritratti degli artisti nei loro studi, ritratti di
giovani e ritratti di vecchi, ritratti singoli e ritratti in
gruppo…”, ritratti di famiglia in interni – per parafrasare il
titolo del film di Visconti...
Va sottolineato infine che in molte delle tele esposte e stato
piacevolmente possibile individuare un percorso di ‘presagio’
delle arti che stavano di lì a poco per sbocciare: la fotografia
e, addirittura, il cinema, la Settima Arte per eccellenza, visto
che “…L’Ottocento visse cambiamenti sociali e politici
impensabili che mutarono il mondo e l’uomo. E l’arte li registrò e
spesso li anticipò”
Maria Cristina Nascosi Sandri |