Va
subito detto: questa è una crisi anomala, niente confronti con il 1929, la
quota Novanta, la grande depressione. Per descriverla il ministro Sacconi
citava una frase di Roosvelt: “oggi dobbiamo avere paura solo della
paura”. Infatti siamo in una situazione che va al di fuori della
statistica, le ondate di vendita irrazionali hanno depresso il mercato
obbligazionario, la mancanza di fiducia ha fatto impennare i tassi, il
mercato immobiliare è più inchiodato di Cristo in croce, i materassi vanno
a ruba. Fino allo scorso anno le banche ti pregavano per fare un mutuo,
anche per comprare la casa del cane. Oggi se vai a chiedere un mutuo in
banca, chiamano i carabinieri.
Tutti si domandano cosa fare e la cosa più
sensata, se si vuole difendere il proprio patrimonio, è ragionare, non
cedere all’isterismo e al panico, non ascoltare i profeti dell’apocalisse.
Le
autorità politiche e monetarie, anche se con colpevole ritardo, hanno
dimostrato di voler intervenire con decisione. Purtroppo abbiamo un BCE
che rappresenta la più insulsa burocrazia bancaria, Trichet continua a
pensare che è meglio essere tutti morti e avere l’inflazione sotto
controllo, però abbiamo fiducia che qualcuno riuscirà a fargli capire che
è meglio avere due punti di inflazione in più ma conservare il posto di
lavoro e un piatto di minestra. Oggi la priorità è salvare le banche, ma
speriamo che
quel sostegno non si ribalti nelle tasche dei risparmiatori e non nasconda
un’amnistia bancaria continentale che salverebbe i responsabili di una
delle più grandi truffe finanziarie. Perché alle fine bisogna che vengano
punite le responsabilità del sistema distributivo, Banche e Poste
italiane, sistema drogato dalle logiche dei budget e del conto economico,
con buona pace dei super stipendi elargiti a chi sta dal sesto piano in
su.
L’altra parola che ci perseguita come un mostro è “recessione”. Ma siamo
in recessione da quando lo dicono i grandi guru della finanza oppure da
quando abbiamo capito che bisogna risparmiare e al supermercato preferiamo
la mortadella al crudo? La gente ci è arrivata prima e col buon senso ha
già imparato a gestire la crisi. Comunque sembra che qualcosa si muova,
oltre ai provvedimenti dei soliti politici da strapazzo anche i fondi
sovrani della Cina e dei Paesi Arabi hanno capito che siamo ai saldi, si
compra l’economia occidentale a prezzi stracciati. Questo ci fa ben
sperare che la situazione si
riesca a contenere. Del resto o fallisce il mondo, ma nel vero senso della
parola, e allora procuratevi una mucca e quattro galline perché l’oro non
si mangia. Oppure si ripartirà, con nuove regole e con ulteriore
entusiasmo.
Infine un dato statistico. Chi avesse investito in Borsa nel momento del
grande crollo del 1996, oggi avrebbe un rendimento superiore al 300%. E'
solo un dato statistico ma, come in ogni periodo di crisi, bisogna
guardare a questi momenti come delle opportunità. Voi date retta alle
vostre paure e poi fra una decina d’anni per favore raccontateci com'è
andata. Se il mondo non sarà finito, vi aspettiamo.
Emilio Garon |