A volte, capita.
Si lavora tanto ad un progetto, un’opera, un lavoro in cui si crede e lo
si vuol rendere…immortale. È ciò che ha messo in atto il prof. Cortenova,
curatore de
Il settimo splendore ovvero
la modernità della malinconia,
l’ultima mostra organizzata da Palazzo Forti, di cui lo stesso Cortenova è
direttore, nello spazio del Palazzo della Ragione a Verona.
Quasi duecento capolavori, suddivisi in sei sezioni, erano fondati su di
un poderoso corpus di capolavori frutto di una ricerca e di un lavoro di
quattro anni portato a termine da Cortenova che dell’esposizione è stato
l’ideatore, il curatore e l’indagatore, dei temi che contrassegnavano la
modernità: quell’intreccio di amore ideale, di malinconia e di meditativa
riflessione che caratterizza il cielo dantesco, il settimo cielo o, meglio
ancora, “il settimo splendore” del Paradiso di Dante Alighieri.
Un compito davvero titanico, ispirato alla classicità più pura che, more
solito, dà origine ad un risultato che vale ‘per sempre’ (un classico
- diceva T.S.Eliot – è una gioia per sempre), corroborato da una
testimonianza, altrettanto classica, a livello visivo, iconografico,
artistico: le opere scelte in esposizione erano firmate infatti da
Botticelli, Pontormo, Giorgione, Lotto, Tiziano, Tintoretto, Parmigianino,
Annibale Carracci, Caravaggio e pure dal centese Guercino, da El Greco,
Canova, Piranesi (che in questo periodo sta godendo di una meritatissima,
rinnovata notorietà). Poi ancora Böcklin, De Chirico e molti altri ancora,
compreso il genio Michelangelo, presente in mostra con uno studio di testa
per la Cappella Sistina in San Pietro ed il genio Dürer, che ‘apriva’
l'esposizione con alcuni capolavori come Il Cavaliere, la Morte ed il
Diavolo, l’ispiratore de Il Settimo Sigillo... E potevano mancare, con un
minimo di spirito campanilistico, i ferraresi Gaetano Previati ed Achille
Funi, l’artista che ha ‘saturato’ con i suoi splendidi affreschi la Sala
dell’Arengo della Residenza Municipale?
Ma al di là della ricchezza della lunga lista dei riferimenti pittorici
che altro ha pensato il prof. Cortenova per rendere ‘immortale’ la
creatura artistica – la mostra – per cui ha lavorato duramente per più di
quattro anni? Nel bel mezzo del successo del periodo di esposizione ha
creato un
blog poetico cui ha invitato a partecipare chiunque volesse
inviare pensieri e liriche ispirate a quei temi universali sviscerati, in
mostra, dai capolavori sunnominati. La risposta è stata straordinaria (il
relativo blog è tuttora in attività), così l’ultimo giorno di apertura
Cortenova, ha fatto una scelta minimale tra i migliori scritti e li ha
fatti proiettare tra le opere d’arte e (in un ideale iter
poetico–musicale– artistico) li ha fatti leggere dall’attore Paolo Valerio
e dal suo gruppo teatrale, in un accompagnamento di brani musicali
eseguiti al clarino. Una chiusura originalissima, una full-immersion tra
muse gemelle a tutto tondo.
Maria
Cristina Nascosi |