Bibliografia essenziale di Edgar Reitz
Nato a Morbach, Stoccarda (Hunsrück) nel 1932, Edgar Reitz dopo la maturità (1952) si trasferisce a Monaco dove compie studi universitari di germanistica, storia del teatro e storia dell'arte. Partecipa ai movimenti d'avanguardia teatrale (Studiobühne) e si dedica al giornalismo, fondando insieme a Bernhard Dörries la rivista letteraria Spuren. Tra il 1950 e il 1954 scrive alcuni racconti letterari e poesie; di quegli anni sono anche le sue prime esperienze cinematografiche professionali con attività di assistente operatore, assistente al montaggio ed aiutante di produzione. A partire dalla metà degli anni '50 realizza numerosi cortometraggi, documentari e film industriali e nel 1962 è uno dei firmatari del Manifesto di Oberhausen con il quale 26 cineasti tedeschi si rivolgono al pubblico per dare vita al Nuovo Cinema Tedesco. Con Alexander Kluge fonda nel 1963 l'Institut für Filmgestaltung a Ulm che dirige fino al 1968. Tra il 1963 e il 1965 si occupa principalmente di pubblicità e nel 1965 è direttore della fotografia per Abschied von Gestern di Kluge. Sempre lo stesso anno realizza per l'Esposizione Internazionale del Traffico un sistema di multivisione (VariaVision) e finalmente nel 1966 dirige il suo primo film, Mahlzeiten, che viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1967 ottenendo il premio opera prima. La sua attività di regista procede parallelamente a quella di produttore (dal 1963 ha una sua casa di produzione a Monaco) e dopo il successo di Stunde Null (1976) e la partecipazione al film collettivo Germania in autunno (1978), nel 1980 inizia la grande impresa cinematografica di Heimat che al Festival di Venezia del 1984 vince il premio FIPRESCI. Nel 1985 infine parte con il progetto di Die zweite Heimat che richiede sette anni di lavorazione e che, presentato a Venezia XLIX, risulta il vero evento della Mostra del Cinema. |
Aggiornamento "attesissimo"
quello che porta Reitz a consegnare allo schermo
Heimat
3 - Cronik einer Zeitenwende:
di nuovo la presenza come evento speciale al Festival di Venezia (LXI), di
nuovo un'emozione forte che ha coinvolto critica e pubblico. |