The Last Tycoon
significa letteralmente L'ultimo magnate.
Gli ultimi fuochi
è un titolo italiano
che fu appiccicato al romanzo postumo di Francis Scott Fitzgerald da una
cattiva decisione redazionale. Scott vi tentò un ritratto di Irving
Thalberg (1899-1936), il boy genius della produzione Metro, prestandogli
alcune connotazioni autobiografiche (per esempio Thalberg era felicemente
sposato con Norma Shearer, ma lo scrittore gli attribuisce in chiave di
vedovanza il proprio distacco da Zelda e il successivo amore con Sheilah Graham).
The Last Tycoon è una specie di elegia dell'ultimo
individualista romantico, il tipico uomo di mezzo: "i comunisti lo
giudicano un conservatore, Wall Street lo crede un comunista". Sceneggiato
da Harold Pinter, il film di Kazan rispecchia in maniera meditata i valori
del libro, anche se il regista si dev'essere trovato nell'imbarazzo a completare
una vicenda in cui, nel romanzo incompiuto, manca più della metà.
C'è nel film un contrasto non risolto fra la cronaca hollywoodiana,
nitida e tagliente, e i tempi un po' rallentati del duetto amoroso, ma
la mitica figura di Monroe Stahr è resa con stupenda aderenza da
Robert De Niro. |
Il film
è complessivamente lento e verboso, ma capace di rendere efficacemente,
grazie soprattutto all'ottima prova di De Niro, l'allucinata irrealtà di cui vive il mondo del cinema.
Comunque indimenticabile la scena in cui De Niro (Stahr-Thalberg) spiega
il segreto del cinema a Donald Pleasence (Scott Fitzgerald?) grazie ad
una piccola monetina.
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