Two Lovers
James Gray – USA 2008 - 1h 40'

  Con Two Lovers James Gray torna al suo habitat favorito (l'ambiente ebraico di New York), riprende i temi che lo ossessionano, arruola il suo attore-feticcio, Joaquin Phoenix (che ha appena annunciato di voler lasciare lo schermo per la musica; meglio se si ricrederà: non ce ne sono molti col suo carisma). La novità è che il nuovo film è una storia d'amore, ma raccontata come un noir. Il che ne fa un'opera insolitamente suggestiva. Comincia con un tentativo di suicidio nelle acque dell'Hudson. Salvato in extremis, Leonard è un "bamboccione" torturato che abita in famiglia, lavora di malavoglia nel lavasecco di papà, soffre di disturbi bipolari e non sa consolarsi per l'abbandono della fidanzata. A compensarlo ne arrivano due nuove: la bruna Sandra - innamorata e protettiva - e Michelle, bionda nevrotica e dai nervi fragili che è un po' il "doppio" del giovane. Il quale s'innamora follemente di lei. I riferimenti sono alti: Le quattro notti di un sognatore di Dostoevskij; Shakespeare, per il senso della tragedia. Inseguendo fino in fondo il suo fantasma d'amore, Leonard rinuncia a ogni orgoglio, poi a ogni speranza di una vita felice. Aperto da quel tentativo di suicidio che rende il protagonista un po' "fantasma", il film sembra volersi chiudere allo stesso modo. Gray, però, fa una tragedia: un finale può essere amaro anche senza spargimenti di sangue. Con film come questo o come Revolutionary Road, il cinema americano subisce un'imprevista metamorfosi, che può lasciare perplessa una parte del pubblico. Mentre prima tendeva a risolvere tutto nell'"happy end" o nel dramma, ora comincia insinuare la minaccia nella vita quotidiana, tra le pareti domestiche: non il pericolo di aggressori esterni e serial-killer ma quello dei rapporti umani, per loro natura pericolosi. E quando il cinema lo capisce, diventa adulto.

Roberto Nepoti – La Repubblica

  Peccato che Joaquin Phoenix sembra abbia deciso di darsi al rap perché questa sua «ultima» interpretazione è fantastica e densa di umori nascosti. Merito di un regista appartato e geniale come James Gray che passa dai fratelli gangster dei Padroni della notte al gruppo jewish di questa storia truffautiana assai in cui la roulette dei sentimenti punta sempre sulla famiglia che fa il banco e vince la posta. Siamo sul versante russo a Brighton Beach, la Little Odessa del primo film di Gray, dove il depresso innamorato e suicida mancato Leonard torna a casa, accudito da mammà yiddish Isabella Rossellini e dal papà che vuole accasarlo, per interessi di lavoro e di tintoria, con la figlia di un socio, che tanto gentile e onesta pare. Il nostro è preso però dal mistero di una magnifica ritrovata Gwyneth Paltrow bionda color Van Gogh, l'inquilina della finestra accanto, ragazza che ama disperata e umiliata da un uomo sposato che si consola con alcol e pillole. Pazzo d'amore, il nostro le è complice, s'immagina una vita diversa e deve decidere al bivio del futuro cosa scegliere: il finale è struggente, cecoviano. Two lovers è uno di quei film che è difficile «razionalizzare» ma in cui cadi dentro per intero col cuore sposando le cause di tutti. Possiede un'atmosfera strepitosa, immagini piene, un ritmo narrativo monologante e non ha stacchi tra finto e vero, cinema e realtà. Anche con citazioni ottime e abbondanti: Hitchcock e Kazan, e si può pensare anche a Rocco quando Nadia entra in casa Parondi. Ma al di là dei rimandi, il film di Gray possiede un'identità d'autore, gli umori cari al regista dedito ai conflitti interni al gruppo e si entra in questa famiglia newyorkese che festeggia il Bar Mitzvah e finisce nell'allegria coatta del 31 dicembre. Cinema puro col gusto psico-diaristico di un giovane che si trova a scegliere tra un amore obbligatorio, uno proibito e uno sfortunato, in un panorama ricco d'ordinaria infelicità, pena del contrappasso per chi nega il lato romanzesco della vita.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

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Una love-story raccontata come un noir. Brighton Beach, Brooklyn. Leonard, un uomo attraente quanto dal carattere complesso, torna alla casa che gli ha dato i natali dopo aver tentato il suicidio. A compensare il suo grigio stato d'animo arrivano due donne che riaccendono il suo "fantasma d'amore": la bruna Sandra - innamorata e protettiva - e Michelle, bionda nevrotica e dai nervi fragili... Dopo tanti sentimenti patinati il cinema americano torna a proporci il dramma di un amore vero. I riferimenti sono alti, da Dostoevskij a Shakespeare. Un finale può essere tragico e amaro anche senza spargimenti di sangue.

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