True Lies
di James Cameron - USA 1994 - 2h 21'

  

James Cameron è il regista del grande cinema fanta-tectnologico da super-incassi (Terminator 1 e 2, Aliens, The Abyss), Arnold Schwarzenegger è l'emblema attore-macchina muscolare famosissimo proprio per Terminator e per altri prodotti (Conan il barbaro, Atto di forza) in cui la sua prestanza fisica è "passpartout" per situazioni e scontri violenti. Scettico dunque l'approccio a True Lies per chi non amasse il genere, confortato solo dall'atmosfera da "evento" cresciuta attorno alla realizzazione del film (budget-record di oltre 120 milioni di dollari), definito dallo stesso Cameron un "epic-domestic", una commedia d'azione a sfondo epico-familare, con ambizioni contenutistiche ("Questo è un film sui rapporti tra uomo e donna. Non è un film per ragazzini - ha dichiarato con furbesco tono "culturale" - I ragazzini ci andranno perché ci sono aereoplani, esplosioni e buona azione, ma è un film per un pubblico al di sopra dei quindici anni. Per chiunque sia o voglia essere in relazione").
E allora tuffiamoci nel grande schermo degli effetti speciali e delle "bugie vere"... L'impatto iniziale subito ci chiarisce le idee. Schwarzy-Harry Tasker s'intrufola in un esclusivo party in un castello superprotetto (guardie con mitra, doberman, sistemi d'allarme) arrivando "via acqua" con tanto di bombole e muta. Quando se la sfila sfoggia un perfetto abito da cerimonia e, carpiti alcuni segreti informatici al padrone di casa, si concede un tango con una fascinosa invitata prima di essere scoperto e fuggire a gambe levate tra esplosioni, inseguimenti e uno strage di guardie. Harry è infatti un super agente segreto e True Lies si configura subito come una moderna parodia di James Bond, con i nemici che cadono come birilli e l'eroe che esce impeccabilmente senza un graffio. Ai ritmi frenetici della spy-story si alterna però la vicenda privata del protagonista che da quindicianni vive una doppia vita, tenendo segreto il suo rischioso mestiere a moglie e figlia. Proprio come coniuge Harry all'improvviso perde colpi quando scopre la sua Helen (Jamie Lee Curtis) ha una relazione ("per forza, sei sempre via di casa" lo consola l'amico-collega Gib). Facile comunque pedinarla sfruttando la tecnologia e i reparti speciali del servizio segreto, solo che Helen non è una moglie infedele, solo una donna frustrata che cerca di movimentare la propria esistenza ed Harry, che non vuole perderla, è disposto a tutto per ritrovarla appassionata tra le sue braccia...
Il tormentone esistenziale di una coppia sui generis diventa un gioco sfizioso (ma amabilissimo) per un video-game superconcentrato d'azione che, mentre delizia lo spettatore con l'ironia degli equivoci matrimoniali, non aspetta che di poter esplodere nel maxi-fumettone delle premesse, iper-avventuroso, quasi da stordimento tra sparatorie e mirabolanti effetti.
Citando 007 e Indiana Jones Cameron sembra non prendere nulla sul serio, costruendo attorno alla sua coppia tutta d'un pezzo un cinema dell'eccesso, spesso sfacciato, prevedibile, violento ma così iperbolico da diventare sberleffo di se stesso e quindi divertente, mozzafiato, grandiosamente "cinematografico" (ecco perchè non siamo d'accordo con Gillo Pontecorvo che relegando film come True Lies e Forrest Gump nelle sezioni laterali della Mostra del Cinema ha insistito nell'assurdo distinguo tra cinema-spettacolo e cinema d'autore: Non ha capito che è lì la vera interattività?).
In un genere, quello d'avventura, in cui l'ironia è spesso la grande assente, lo spogliarello della moglie-apprendista spia è un memorabile esempio di comicità sexy, l'"avventura sentimentale" di Harry ed Helen ha più ritmo delle frenetiche scene d'azione e la confessione di lei durante l'interrogatorio ha un'umanità "educativa" per tante spettatrici di soap-opera televisiva. E, tra i fuochi d'artificio della fabbrica Cameron-Schwarzenegger, c'è spazio anche per sbeffeggiare il surplus fantasmagorico di violenza: quando Helen gli chiede se mai abbia ucciso qualcuno, Harry risponde sicuro: "Sì, ma erano tutti cattivi".

e.l. La Difesa del Popolo 23 ottobre 94