Tomboy
Céline Sciamma
- Francia
2011
- 1h 22' |
Dieci
anni e un trasloco: è Laure (Zoé Héran), ma per i nuovi amichetti elle s'appelle
Mickaèl. Si veste come un maschiaccio (tomboy, in inglese), gioca a calcio
e mena le mani: ci scappa anche il bacetto a un'amica, ma la scuola sta
per iniziare. Come continuare la 'finzione'? La risposta è un piccolo
grande film: Tomboy
della francese Céline Sciamma. Che ha coraggio da vendere: esplorazione
della sessualità, ricerca dell'identità, libero arbitrio, i temi sono pe(n)santi,
ma la misura non è mai colma, l'enfasi - a parte il pongo e i genitori
tagliati con l'accetta - e la costruzione a tesi sono scongiurate.
Magistralmente lieve nella direzione dei suoi piccoli attori, la 31enne
regista ne fotografa smorfie, segreti e bugie, marcando la distanza dai
bambini saputelli e drammaturgicamente obesi del cinema italiano. Così
Tomboy
sfiora il cuore, ibridando introspezione e geometrie relazionali, fino al
primo privilegio dell'uomo: dare un nome. 'Mi chiamo Laure', ho 10 anni e
conosco Rimbaud: lo è un altro. Scopritelo in sala, ne vale la pena. |
Federico Pontiggia - Il Fatto Quotidiano |
Sarà
un caso, sarà solo un'impressione, ma il cinema di oggi registra una
crescita esponenziale di talenti femminili. E' una sensazione, non un dato
statistico. Però film come il notevole Tomboy
(cioè 'Maschiaccio'), della francese Céline Sciamma, 250.000
spettatori in Francia, fanno pensare che dopo un secolo di strapotere
maschile la settima arte abbia individuato un vasto terreno inesplorato.
[...] Mentre in platea tratteniamo il fiato, la macchina da presa di
Céline Sciamma accarezza con pari discrezione e intensità il corpo
androgino e i pensieri segreti di Laure/Michael. Concentrando in dettagli
quasi impercettibili tempeste di emozioni e conflitti invisibili ma
violentissimi. Con una disinvoltura, una leggerezza, un'esattezza
sentimentale che attraverso il prisma dell'infanzia disegnano con
precisione rara il campo di battaglia dell'identità, anche adulta. Segno
di un talento fuori dal comune, a cui forse non è estranea la storia
personale della regista, nipote di 'italiani d'Egitto', parole sue, cioè
ebrei d'Alessandria, costretti a riparare a Parigi «dove diventarono
francesi e cattolici». Una minoranza nella minoranza, insomma. E in fatto
di sensibilità minoritaria, le donne spesso hanno una marcia in più. |
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
Dimostrazione
esemplare che 'piccolo film' non vuol dire sempre 'film piccolo'. Céline
Sciamma ha realizzato Tomboy
(come dire 'ragazzo mancato') con un minimo di mezzi: una telecamera Canon
5D, troupe ridotta all'osso, venti giorni di lavorazione, cinquanta scene
in due-tre ambienti. Eppure il suo piccolo film, una parabola intelligente
e affettuosa sui labili confini dell'identità sessuale, riesce ad
appassionarti come si trattasse di un 'suspenser'. [...] Intessuta di
eventi quotidiani, una storia pudica quanto coinvolgente, diretta da una
regista poco più che trentenne ma che la sa già lunga sugli sguardi. |
Roberto Nepoti - La Repubblica |
Non
conosciamo il suo film d'esordio Naissance des Pieuvres, ma quest'
opera seconda, Tomboy,
fa di Céline Sciamma una naturale erede del cinema fenomenologico della
Nouvelle-Vague, con i personaggi colti nel loro manifestarsi, raccontati
attraverso il loro agire. [...] Sciamma nulla spiega, e ci immerge invece
nel cuore di un contraddittorio universo infantile dove fra incosciente
spensieratezza e inquiete pulsioni la sessualità assume confini ambigui.
Un mondo restituito nella sua intatta freschezza senza interpretazioni o
psicologismi. Tutto si consuma in una breve luminosa estate, concludendosi
attraverso il piccolo trauma di uno smascheramento che forse non lascerà
traccia o forse sì, come un primo bacio o una prima vampata di vergogna. |
Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa |
promo |
Laure, dieci
anni, capelli corti ad incorniciare un viso angelico, si è appena
trasferita con la famiglia nella nuova casa. Durante l'estate
conosce Lisa, sua coetanea, e altri ragazzi del quartiere ai quali
fa credere di essere un maschietto di nome Michael. Passano le
settimane, e il rapporto tra Laure/Michael e Lisa si fa sempre più
stretto, rivelando qualche ambiguità e un piccolo bacio...
Céline Sciamma affronta un tema coraggioso e delicato, quello
della scoperta della sessualità durante il passaggio dall'infanzia
all'adolescenza, e fotografa reazioni e comportamenti di un gruppo
di bambini alla scoperta di se stessi immortalando tutta la loro
innocenza tra tensione, tenerezza e sensibilità. |