da Il Manifesto (Giulia Sbarigia) |
Le voci di dentro, quello che avrebbe potuto essere se..., la matrice che si incanta e lascia intravedere oltre, possibilità di un'altra vita. Un ciclista che se non fosse stato disgraziato adesso non vagherebbe per le strade gelide di Tokyo gonfio di vino di riso; un transessuale che se la fortuna gli avesse teso la mano ora non sorriderebbe con i denti rotti e il cappotto sdrucito. Se Almodovar l'avesse visto cantare quella sera al night, prima di spaccare tutto, ora sarebbe certamente una drag queen da premio Oscar. Una ragazzina lunatica che trattiene un segreto amaro in fuga lontano da casa e una bambina neonata abbandonata sotto la neve. I personaggi di Satoshi Kon hanno sempre dentro una scintilla, sono multipli e complessi, così come questo terzetto animato di Tokyo Godfathers, homless+fagotto che si incontrano, si accudiscono, si tengono stretti insieme per non sentire freddo nella baracca montata ai bordi della strada, si sfamano nell'immondizia, si abbandonano ma si cercano ancora, reietti nella notte di Natale con una bambina in lacrime senza nome. Si chiamerà Kiyoko, almeno per un po', finché la vita non cambierà il suo corso. E la notte a Tokyo, come in tutte le metropoli, nasconde anfratti tragici e comici, squadroni di ragazzetti che vogliono ripulire la città e folgoranti apparizioni, una poesia lunare e scalcinata, colori cupi e abbagliante neve. Satoshi Kon «inquadra» i suoi personaggi ovunque, un viaggio minimalista e bidimensionale, linee di contorno nere appena stondate e ombre morbide tra le pieghe dei vestiti per una favola neorealista sottosopra. I voli pindarici non sono negli sfondi digitali o nei paradisi 3d, ma nel sapore del film, gusto Hollywood, i suoi meravigliosi anni Trenta e Quaranta - come nel precedente lungometraggio, Millennium Actress - qui inseguito sulla scia di In nome di Dio (Three Godfathers, 1948) di John Ford. La colonna sonora è affidata a Keiichi Suzuki già autore della musiche per Takeshi Kitano (Zatoichi) mentre la sceneggiatura è firmata da Keiko Nobumoto, altro nome di punta della Mad house.
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TORRESINO
maggio-giugno 2005
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