Thumbsucker - Il succhiapollice
Mike Mills - USA 2005 - 2h 02'
-opera prima-

da Film Tv (Raffaella Giancristofaro)

      Lou Taylor Pucci, che compirà 21 anni fra un mese, è la rivelazione del film Thumbsucker, con il quale ha vinto un premio al Sundance e l’Orso per il miglior attore alla Berlinale. Figlio di una modella e di un chitarrista, pervenuto ancora bambino sulle scene di Broadway, popolare a scuola per le sue imitazioni di Charlie Chaplin, in seguito a questo film ne ha girati di corsa altri otto. E’ probabile che incarnando Justin, un adolescente schiavo dell’abitudine infantile di succhiarsi il pollice, l’emergente Lou abbia raccontato un po’ se stesso. Il ragazzo ha un padre calciatore frustrato (Vincent D’Onofrio) e una madre pazzerellona (Tilda Swinton) con vaghe (e non sempre vaghe) aspirazioni di evadere dalla vita coniugale per correre dietro a un divo drogato della Tv (Benjamin Bratt). I genitori si fanno chiamare per nome, Mike e Audrey, per non sentirsi troppo vecchi e di fatto sono immaturi quanto il figliolo. Il quale non ci sa fare con le ragazze, si impappina quando a scuola deve prendere la parola e risulta inetto sotto tutti i profili. Provvede a dargli la carica, tramite l’ipnosi, uno strano dentista-filosofo (Keanu Reeves), che poi gli prescrive il Ritalin con risultati effervescenti. Perso ogni freno inibitorio, Lou legge d’un fiato Moby Dick, parla e straparla, vince i contesti accademici e (presa anche l’abitudine alla marijuana) diventa saputello e perfino un po’ antipatico. L’ultima scena è un lungo carrello sul protagonista in corsa nelle strade di New York (dov’è stato accolto all’università), quasi una citazione da Woody Allen.
L’esordiente regista Mike Mills, considerato un piccolo maestro della videomusic, peggiora curiosamente il film proprio con taluni interventi musicali che tolgono intimità e serietà al racconto. In cambio non pochi spunti risultano simpatici ed efficaci, il contorno attoriale è a buon livello (specie la Swinton e Reeves, quest’ultimo in un’insolita caratterizzazione) e quanto a Lou Taylor Pucci si direbbe un esordiente della razza adusa ad appropriarsi del film.

i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2006

PRIMA VISIONE

promo

Succhiandosi il pollice, il 17enne Justin, introverso e infantile, racconta com' è arduo crescere nella provincia Usa, specie se il dentista zen propone l' ipnosi e i genitori esibiscono frustrazioni, fobie e stranezze. Il punto è evadere, perdere i freni inibitori. Le cure mediche non troppo ortodosse (oltre all'ipnosi qualche pastiglia) danno alla fine risultati: Justin legge d’un fiato Moby Dick, parla e straparla, vince i contesti accademici e (presa anche l’abitudine alla marijuana) diventa saputello e perfino un po’ antipatico... L'opera prima di Mills ha il taglio classico del cinema indipendente americano, il giovane interprete Lou Taylor Pucci è stata la rivelazione del Sundance e del Festival di Berlino.