da Film Tv (Raffaella Giancristofaro) |
Lou
Taylor Pucci, che compirà 21 anni fra un mese, è la rivelazione del film
Thumbsucker, con il quale ha vinto un premio al Sundance e l’Orso
per il miglior attore alla Berlinale. Figlio di una modella e di un
chitarrista, pervenuto ancora bambino sulle scene di Broadway, popolare a
scuola per le sue imitazioni di Charlie Chaplin, in seguito a questo film
ne ha girati di corsa altri otto. E’ probabile che incarnando Justin, un
adolescente schiavo dell’abitudine infantile di succhiarsi il pollice,
l’emergente Lou abbia raccontato un po’ se stesso. Il ragazzo ha un padre
calciatore frustrato (Vincent D’Onofrio) e una madre pazzerellona (Tilda
Swinton) con vaghe (e non sempre vaghe) aspirazioni di evadere dalla vita
coniugale per correre dietro a un divo drogato della Tv (Benjamin Bratt).
I genitori si fanno chiamare per nome, Mike e Audrey, per non sentirsi
troppo vecchi e di fatto sono immaturi quanto il figliolo. Il quale non ci
sa fare con le ragazze, si impappina quando a scuola deve prendere la
parola e risulta inetto sotto tutti i profili. Provvede a dargli la
carica, tramite l’ipnosi, uno strano dentista-filosofo (Keanu Reeves), che
poi gli prescrive il Ritalin con risultati effervescenti. Perso ogni freno
inibitorio, Lou legge d’un fiato
Moby Dick,
parla e straparla, vince i contesti accademici e (presa anche l’abitudine
alla marijuana) diventa saputello e perfino un po’ antipatico. L’ultima
scena è un lungo carrello sul protagonista in corsa nelle strade di New
York (dov’è stato accolto all’università), quasi una citazione da
Woody Allen. |
i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2006
PRIMA VISIONE
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