The Quiet American
Phillip Noyce - USA 2002 - 1h 58'


sito ufficiale

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

     Saigon 1952, all'epoca del colonialismo francese. Thomas Fowler, corrispondente di guerra del "London Times", vive da esiliato volontario in Indocina, ha una giovanissima amante orientale, Phuong, e non è neppure sfiorato dall'idea di tornarsene in Europa. Finché due eventi non gli sconquassano l'esistenza: le pressioni del giornale perché rientri a Londra e l'arrivo nel suo territorio di Alden Pyle, giovane e tranquillo americano che s'innamora a prima vista di Phuong. Deciso a trovar trippa per i propri datori di lavoro, Thomas s'inoltra nel nord del Paese, dove ha avuto luogo un massacro di civili. Pyle gli salva la pelle, ma al rientro a Saigon gli porta via la ragazza. Il giornalista lo tradirà, consegnandolo ai pugnali dei militanti comunisti: il giovanotto, finto operatore della solidarietà, era infatti un agente della CIA. Ora la domanda è: Thomas si è convertito improvvisamente alla causa della libertà vietnamita, o si è voluto solo sbarazzare di un rivale in amore? Poiché la storia è raccontata in flashback, lo spettatore ascolta la sua versione dei fatti; non la verità, però, che resterà un segreto.
The Quiet American è l'adattamento di un romanzo di Graham Greene che, quando passa per lo schermo, sembra destinato a incontrare grane e difficoltà varie. Dalla prima versione, diretta da Mankiewicz nel '57, furono cancellate le motivazioni politiche, provocando l'ira dello scrittore e la perdita dell'interesse principale offerto dalla sua intrigante storia. In quella di Noyce il tema dell'incipiente imperialismo americano (rappresentato da Pyle) torna, però la Miramax ha tenuto il film nel congelatore per altre ragioni d'ordine politico: nel patriottismo di ritorno dopo l'11 settembre, le allusioni alla "sporca guerra" del Vietnam rischiavano l'impopolarità. Ma il tempo ha smussato gli angoli e, ora, il film è
candidato all'Oscar per il miglior attore protagonista: Michael Caine si cala in un personaggio alla Humphrey Bogart, cinico e seguace della bottiglia, ma con in più una nota di nera ambiguità e d'intima fragilità (è sinceramente innamorato della giovane amante), mostrando un'indiscutibile sapienza interpretativa e non solo, anche una sorta d'identificazione personale a tratti perfino dolorosa. Molto bella la fotografia di Christopher Doyle, impressa su una pellicola che evoca i colori del cinema d'altri tempi.


promo

Dal romanzo di Graham Greene. Saigon, 1952, nel paese lo scontro tra forze comuniste ed esercito francese si fa sempre più aspro. Il giornalista inglese Thomas Fowler, lì da tempo per raccontare la situazione, ha tutto sommato una vita tranquilla. Finché un giorno non si presenta in città Pyle, un giovane americano, venuto per portare aiuti umanitari... Tenuto in quarantena dopo l'11 settembre per timore del lato antiamericano (il marine responsabile del destino di tutti), il film rischia di sembrare oggi attualissimo, se letto in chiave della politica di Bush in Iraq e mescola psicologia, guerra, etica, ma la sceneggiaura, scritta a meraviglia da Christopher Hampton dà spazio anche ad una intrigante "relazione pericolosa" in uno strano triangolo umano-erotico-politico. Michael Caine è di contagiosa, senile, abbattuta bravura.

LUX -  marzo 2003