Nascosto dal portone, nel vuoto della notte, il volto di Harry Lime è improvvisamente rischiarato da una finestra che si accende: e l'infame sorride. Dopo una lunga attesa, Orson Welles (Lime è lui) entra in scena e il motore del terzo uomo, racconto nerissimo nella Vienna (città chiusa) del dopoguerra, comincia ad andare al massimo. Ma anche il lento prologo, cominciato davanti a un tomba vuota, è affascinante e necessario. Scritto da Graham Greene, diretto da Carol Reed, fotografato dall'occhio cupo di Robert Krasken scandito dalla cetra ossessiva di Anton Karas, recitato dai grandi Joseph Cotten, amico fatale, e Alida Valli, splendida donna in amore, Il terzo uomo (1949) torna a nuova vita restituito da un appassionato lavoro di restauro. Ed é subito festa. |
Claudio Carabba - Sette |