Storie d'amore (Historie
Milosne) |
Il cinema d'essai più rigoroso ha al suo attivo,
per questo Natale, Wilde di Brian Gilbert
e Storie d'amore (Historie Milosne) del polacco Jerzy Stuhr.
Presentati all'ultimo festival di Venezia (nella British Reinassance
il primo, in concorso il secondo) hanno entrambi quella personalità
d'autore che gli appassionati dovrebbero sicuramente apprezzare. Se
la biografia di Gilbert può risultare addirittura leziosa nella
sua accuratezza scenografica e recitativa (impeccabile Stephen Fry nel
dar corpo al garbo letterario ed alle debolezze omosessuali del suo Oscar
Wilde) il lavoro di Stuhr rende degno omaggio a Krzysztof Kieslowski,
al quale è esplicitamente dedicato. Stuhr ha una solida reputazione
di attore (qualcuno lo ricorderà sia in Decalogo
10 che in Film Bianco) e
qui affida proprio a se stesso il ruolo di attore principale, anzi di
multi-protagonista. E' l'interprete infatti di tutti e quattro gli episodi
del film, "storie d'amore" che si intrecciano in una Polonia
significativamente viva e verace. Quattro racconti morali dove pulsioni
sentimentali e problemi di coscienza si accavallano con ironia, messi
a nudo dall'incalzare delle coincidenze e dall'ineluttabile responsabilità
delle scelte personali. Ecco allora a confronto un professore universitario
che ha una relazione con una sua studentessa, un sacerdote che scopre
di avere una figlia adolescente, un colonnello che ritrova la donna che
ha amato tanti anni prima, un detenuto che non resiste al fascino ed agli
inganni della giovane moglie... Un simil-Kieslowski meno ermetico e più
divertente. Da non perdere.
e.l. La Difesa del Popolo 25 dicembre1997 |
VENEZIA 1997: Premio FIPRESCI |