Le
Storie del titolo sono quelle raccontate attraverso una serie di
quadri, quasi tutti piani sequenza. E sono le vicende drammatiche di vari
personaggi, collegate seguendo quella "cronologia del caso" tanto cara al
(grande) regista austriaco
, ancora misconosciuto in Italia nonostante
titoli fondamentali come Il settimo continente e
Benny's Video. I
quadri della storia sono come piccoli film incastonati tra loro, uniti dal
filo tragico della deriva, dell'incomunicabilitŕ della rovina
esistenziale, dell'alienazione urbana; spesso scanditi da fuori-campo dove
esplode la violenza, invisibile ma presente. Juliette fa l'attrice, sente
gridare una bambina nell'appartamento vicino al suo, non raccoglie
l'invocazione d'aiuto e tempo dopo scopre che la piccola č morta, forse
massacrata di botte dal padre. La vita continua. Jean č il fratello del
compagno di Juliette; un giovane inquieto che vive solo con il padre
silente. Un giorno scappa e scompare nel nulla. La vita continua. Jean
aveva gettato con stizza della carta addosso a una donna rumena che
chiedeva l'elemosina. Per una serie di circostanze, la mendicante č
costretta a tornare in patria dalla polizia, che la tratta come tutti i
"sans papiers". Di nuovo in mezzo alla miseria. La vita continua. Il
problema morale che Haneke pone č proprio questo: come continua la vita in
occidente (leggi: Europa) se l'indifferenza crea un muro ben peggiore di
quello di Berlino? Storie-Code inconnu (il titolo originale rimanda alla
mancanza di un linguaggio "sociale") č un film durissimo, spietato, che
mette lo spettatore di fronte ad uno specchio nel quale č difficile
riconoscersi. Ma Haneke dimostra che quell'immagine riflessa non inganna:
č la nostra. |