Soho
(Mojo) |
Finale in crescendo alla Mostra del Cinema per la British
Reinassance che ribadisce la professionalità e il gusto cinematografico
della produzione d'oltremanica, capace di spaziare su piani (e generi)
diversi, cercando sempre di imprimere un tocco di vibrante personalità
d'autore. E' il caso di Mojo, storia di tensioni urbane nella Londra
di fine anni '50. Il Rock'n Roll arriva anche a Soho grazie all'estro
musicale di Silver Johnny, che fa impazzire i teeneger e suscita progetti
e invidie tra i vari locali della zona. All'Atlantic Club, dove si esibisce,
il gruppo dei giovani che fanno capo ad Ezra (il gestore) non si rende
conto del dramma che sta per esplodere... Si rimane davvero spiazzati
di fronte ad una vicenda che sembra percorrere i binari dell'effervescenza
musicale di quegli anni e che sfocia invece in un film cupo e disperato.
La regia di Jez Butterworth, autore col fratello della sceneggiatura e
della pièce omonima, non ha particolari colpi d'ala, ma Mojo,
pur nell'impianto teatrale, è incombente al punto giusto e la recitazione
è sempre all'altezza. Tra gli altri si rivede Ian Hart (Terra
e libertà) e c'è un insolito cameo del drammaturgo
Harold Pinter nei panni del cinico boss rivale. e.l. Il Mattino di Padova settembre 1997 |