Sette anni in Tibet (Seven Years in Tibet) Jean-Jacques Annoud - USA 1997 - 2h 19'
Il domani non muore mai
(Tomorrow Never Dies) Roger Spottiswoode - USA 1997


Un ipotetico bookmaker cinematografico non accetterebbe scommesse per questo Natale su Hercules e La vita è bella: il tocco Disney e la comicità di Benigni sono garanzie, da tempo, per spettatori ed esercenti. Ma al di là dei due previsti campioni d'incasso (avremo occasione di riparlarne, la tenitura in sala è assicurata), cosa offrono al pubblico più maturo le uscite di fine anno? Innanzi tutto la prima "puntata" del viaggio-zen cinematografico. Mentre cresce l'attesa per il Kundun di Martin Scorsese (biografia rigorosa del Dalai Lama) ci si può immergere nell'avventura spirituale buddista di Sette anni in Tibet che fa rivivere l'esperienza di Henrich Harrer, alpinista austriaco "perso" tre le vette dell'Himalaya, segnato nello spirito dall'assurdità della seconda guerra mondiale e dall'incontro con il giovane Lama (il soggetto è tratto dall'autobiografia di Harrer, primo occidentale ammesso alla sua corte). Brad Pitt è più divo-fascinoso che interprete di rango, il cinema di Annaud (Il nome della rosa, L'orso, L'amante) è spesso più ambizioso che ispirato, le oltre due ore del suo film ci appaiono tanto impervie quanto le montagne tibetane.
Ma non aspettatevi troppo neppure dal nuovo 007. Sarà un nostalgico rifiuto di una generazione Connery-dipendente, ma tra effetti speciali e sponsor la suggestione delle peripezie spionistiche di mister Bond-Brosnam in
Il domani non muore mai ha meno aplomb di uno spot televisivo Omega...

ezio leoni - La Difesa del Popolo - 25 dicembre1997