Ci
sono dei film che finiscono per essere più interessanti per le suggestioni
che lasciano nello spettatore che per la storia che raccontano, perché
capaci di offrire spunti di riflessione che vanno al di là della loro
semplice invenzione narrativa. Proprio come è il caso di
Il segreto del suo volto
del tedesco Christian Petzold,
capace di far venire in superficie una serie di temi che ruotano intorno
alla «cattiva» memoria dei suoi connazionali. (...) Troppi salti logici,
troppi punti oscuri che non vengono chiariti, a cominciare dal ruolo di
Lene, troppo remissiva di fronte alla decisione di Nelly, per continuare
con la protervia di Johnny che sembra far di tutto per non accorgersi che
la Nelly di oggi e quella di ieri sono la stessa persona. Eppure è proprio
questa specie di «negazionismo» logico a fare l'interesse del film, perché
dà una forma cinematografica a quella voglia di dimenticare che la
Germania ha coltivato per tanto tempo. (...) Forse solo Kluge aveva
affrontato con altrettanta chiarezza (ma con più stringente analisi)
questa svoglia di smemoratezza nazionale, che trasforma un giallo con
qualche illogicità in un piccolo trattato di sociologia collettiva.
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Lontanamente ispirato a
un romanzo di Hubert Monteilhet, Le ceneri della defunta, già
adattato in tutt'altra chiave nel '65 da J.L. Thompson (Dimensione
della paura, con Maximilian Schell e Samantha Eggar),
Phoenix - Il segreto del suo
volto (...) traduce nel
linguaggio del noir (e del mélo) il tema cruciale e poco frequentato del 'dopo'.
Cosa è successo in Germania, dopo la guerra? Come sono potuti tornare a
convivere i sopravvissuti e gli indifferenti, o peggio i complici della
Shoah? Che percorso hanno dovuto compiere per trovare una possibile idea
di futuro? Classe 1960, talento ruvido e rigoroso, Petzold sospende questa
domanda senza risposta nel gelo del duello tra due persone, Nelly e il
marito, che negano entrambe la realtà anche se per ragioni opposte.
Soffocando i sentimenti che erompono in due scene chiave non a caso
musicali. (...) Raramente un tedesco ha affrontato in modo più diretto
questioni così scottanti e ancora attuali. Anche se pochi, oggi, hanno
voglia di sentirne parlare..
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