È
la
seconda volta che Nanni Moretti presta il suo phisic du
role di interprete estraniato ed incisivo ad un film a
cui non appone la propria firma di regista. L'aveva fatto
nel 1991 con
Il portaborse
("esposto"
politico di che precorreva lo scaldalo craxiano), si
ripete oggi con il film di Calopresti. Due opere
diversissime nello stile e nel tono: tanto era sfacciata,
furba e declamatoria quella di Luchetti, tanto è lieve
ed intimista quest'ultima che osa affrontare un tema
ancora lacerante come quello del terrorismo, ricamandovi
sopra una storia sofferta e dimessa. Il protagonista è
infatti un professore universitario (Alberto Sajevo) che
rincontra Lisa Venturi, la donna che dodici anni prima
gli ha conficcato un proiettile nella testa durante
un'azione punitiva degli anni di piombo. Ora lei gode
della semilibertà, lavora come impiegata in un'azienda,
gira per Torino come una persona qualsiasi e per il prof.
Sajevo ritrovarsela di fronte così, casualmente,
sull'autobus o al bar è il riaccendere il rovello
personale (e sociale) del mettere in campo colpe e
rimorsi, motivazioni e giustificazioni, condanne e scuse.
Sì, perché Sajevo-Moretti sente ancora nella propria
carne la contraddizione del momento storico e si stupisce
(come tanti) dell'eccessiva libertà e protagonismo dei
colpevoli di ieri (proclami, interviste, libri) mentre il
rimosso di Lisa (una bravissima Valeria Bruni Tedeschi)
è così radicato che, anche quando arrivano a
frequentarsi, non lo riconosce. e.l. La Difesa del Popolo 26/11/95 |
ezio leoni - La Difesa Del Popolo 26 novembre 1995 |