Scomodi omicidi
(Mulholland Falls) |
da Cineforum (Federico Chiacciari) |
È
con una bella storia di cinema classico che il cineasta
neozelandese-Maori Lee Tamahori fa il suo esordio hollywoodiano.
Scomodi omicidi
(Mulholland Falls, in originale, dal nome delle colline dove
i quattro poliziotti scaraventano i malcapitati gangster di turno) è
un noir a tinte forti, ma anche un contenitore dove immettere
storie, personaggi, percorsi, ai limiti dell'affollamento narrativo
(i poliziotti "speciali", i conflitti di potere, gli esperimenti
nucleari, l'esercito, l'amore, l'amicizia, il tradimento, la
passione, ecc.). Tutto parte da una storia che il produttore Richard
Zanuck lesse su di un giornale: parlava di una squadra di poliziotti
di Los Angeles che, negli anni Cinquanta, operando come unità
anticrimine si era guadagnata una fama internazionale sia tra i
poliziotti che tra i criminali. Erano una specie di leggenda questi
quattro omoni, tutti alti sopra il metro e ottanta, mai in divisa,
ma sempre vestiti con inappuntabili abiti da sartoria... Tamahori li
scaraventa immediatamente dentro la storia del film, con una fretta
eccessiva (che forse ne limita il potenziale e la partecipazione
dello spettatore) [...] come se tutto fosse inutile, in un
sottofondo vagamente chandleriano... |
Hard
Boiled
in
Los
Angeles
(
minirassegna
Lux
- giugno/luglio 98)