"Mi avevano proposto di adattare per
la televisione
Rosencrantz e Guildestern, il mio primo grande successo
teatrale (1967). Il testo originale secondo me era troppo lungo, impossibile
da filmare, avrebbe annoiato il pubblico. Scrivere la sceneggiatura è
stata l'occasione per togliere certe cose che non mi piacevano più,
per modificare alcuni movimenti scenici: nella commedia Rosencrantz e Guildestern
sono fermi a parlare mentre davanti a loro passano di tanto in tanto delle
scene di Amleto; nel film invece sono i due che viaggiano nel castello
e che si imbattono nelle scene della tragedia. In più c'era la necessità
di chiarire meglio lo svolgimento dell'Amleto shakespeariano che in teatro
può essere dato come conosciuto in partenza dal pubblico, ma al
cinema no... Mi mandarono un elenco di registi e alla fine ero confuso;
c'era anche John Boorman che un amico e che doveva girare il Rosencrantz
cinematografico già vent'anni fa. Alla fine per mi sono reso conto
che in realtà non c'era nessun motivo per sceglierne uno piuttosto
che un altro, perché il vero problema era quello di avere la forza
di essere infedeli alla commedia, per reinventarla. E quella forza potevo
averla solo io... Ormai sono convinto che il teatro è solo un evento,
qualcosa che viene messo in scena e poi si perde. Nel cinema invece c'è
la tensione determinata dal fatto che l'evento rimane sulla pellicola e
non si può modificare. Con il cinema si supera, si perpetua l'evento
che muore sul palcoscenico."
Il debutto di Tom Stoppard come regista cinematografico è un
esordio di lusso: critico teatrale, autore di commedie e drammaturgo di
chiara fama, sceneggiatore di importanti film quali
Una
romantica donna inglese (Losey), Despair
(Fassbinder), La
casa Russia (Shepisi), Stoppard è
arrivato con il suo primo film al massimo riconoscimento della Mostra Cinematografica
di Venezia, senza tradire la sua visione intellettuale dello spettacolo
e offrendo al pubblico un avvenimento filmico raffinato e stimolante, in
cui il meccanismo narrativo è pretesto per giochi dialettici di
sottile ironia, la Storia un evento supremo che supera la comprensione
dell'uomo comune, il Teatro il vate itinerante dei misteri dell'esistenza
e dell'animo umano.
"Amici di Amleto ai tempi della scuola, Rosencrantz e Guildestern
(Gary Oldman e Tim Roth) vengono improvvisamente chiamati a corte e intraprendono
un viaggio turbolento e pazzesco per Elsinore, durante il quale incontrano
l'Attore (un grande Richard Dreyfuss nella parte che avrebbe dovuto essere
di Sean Connery), che sconvolge ancor più la loro ottusa semplicità
con il suo gioco continuo tra realtà e finzione. A Elsinore sono
incaricati dalla regina Gertrude e dal re Claudio di spiare Amleto, il
quale capisce subito lo scopo della loro presenza e la sfrutta, spiando
lui le loro mosse. Assistono sempre più attoniti all'esibizione
dell'attore a corte dove tutti, meno loro naturalmente, intuiscono nello
spettacolo la pesante accusa a Claudio di avere avvelenato suo fratello,
padre di Amleto. E quando il re e la regina li incaricano di accompagnare
Amleto in Inghilterra con una lettera segreta per i regnanti inglesi in
cui si chiede loro il piccolo favore di uccidere il principe, non sospettano
nessun tranello. Lo capisce Amleto, che sostituisce nella lettera il nome
dei due al suo e abbandona la nave. Stupefatti e ignari Rosencrantz e Guildestern
vanno verso il loro tragico destino".
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