"Il calor, il calor |
Milano, prossimo futuro. Si è consumata la secessione ed è nata la Repubblica del Nord. I meridionali residenti in Padania sono costretti a vivere in "riserve". Ma Gennaro Strummolo desidera diventare "cittadino del Nord" e fa di tutto per farsi accettare, truccando gli inequivocabili natali (si fa chiamare Genny Strumm e veste alla tirolese) e provando, con la sorella “renitente”, a passare gli esami “di ammissione” imposti dalla nuova burocrazia. Tacciato di collaborazionismo dagli amici, rifiutato dall’assistente sociale “nordica” (che si invaghisce del fidanzato della sorella), Genny vede il suo futuro sempre più a rischio. Solo la farsa può salvarci dal delirio della discriminazione. (e.l.) |
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"In un clima da Blade Runner mediterraneo seguiamo le emblematiche vicende della famiglia Strummolo. Il capofamiglia, Gennaro, ambisce a diventare 'cittadino del Nord', sottoponendo sé stesso e la poco convinta sorella Addolorata (Anna Ammirati) ai test attitudinali imposti da una funzionaria dell'amministrazione padana (Lucrezia Lante della Rovere). Nella sua delirante ambizione ha perfino modificato il proprio cognome da Strummolo a Strumm e il proprio nome da Gennaro a Ghenni per poter millantare origini tedesche". dichiarazione del regista Massimo Costa |
da La Repubblica (Paolo D'agostini) |
Milano, prossimo futuro. Si è consumata la secessione ed è nata la Repubblica del Nord. I meridionali residenti in Padania vengono isolati in ghetti e sottoposti a stretta sorveglianza. Tra di loro c'è anche chi, come il protagonista Gennaro Strummolo, fa di tutto per farsi accettare truccando gli inequivocabili natali. Si fa chiamare Genny Strumm e veste alla tirolese. Ma la sorella non rinuncia alla propria identità e quel che è peggio frequenta un fidanzato inguaribilmente napoletano. Il suo destino è perciò segnato: rifiutato al Nord, collaborazionista spregevole per i "compatrioti". Fino al riscatto finale con il recupero della propria dignità. Il regista Massimo Costa, figlio di un regista che occupò la scena del cinema popolare negli anni Cinquanta (Mario Costa), ha fatto un film molto divertente fino a che somiglia a una parodia di Totò, pungente ma senza pretese. Cade laddove comincia a prendersi troppo sul serio e cede al delirio allegorico di un "Blade Runner mediterraneo". Sviluppo di una commedia scritta dall'attore Gianfelice Imparato (intitolata "Casa di frontiera") che è anche il protagonista nel ruolo di Strummolo-Strumm, il film si avvale delle efficaci interpretazioni di Anna Ammirati (la sorella) e Vincenzo Peluso (il fidanzato) e di Lucrezia Lante della Rovere nel ruolo dell'inflessibile kapò padana. |
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da Cinema e oltre (Maria Stella Taccone) |
Raccontato con una freschezza e una solarità rari nel cinema italiano che predilige il dramma socio-familiare e la risata sguaiata, La Repubblica di San Gennaro è una commedia agrodolce dal buon ritmo, dai caratteri ben definiti che sviluppa uno spunto originale con sottile arguzia. Intelligente senza essere noiosa, la pellicola riproduce sullo schermo le situazioni grottesche già portate in scena da Imparato, ma lo fa su uno sfondo di voci, personaggini, universi privati che la arricchiscono di sfumature sociali. Il risultato è un’opera che riflette sull’eterno conflitto tra Nord e Sud. Un conflitto che va oltre le diatribe nazionali e si allarga a temi come la xenofobia ed il razzismo. |
filmografia di |
2001 La repubblica di San Gennaro |
1999 Vuoti a
perdere 1989 Voglia di rock |
TORRESINO ottobre-dicembre 2003