Quiz Show
Robert Redford - USA 1994 - 2h 7'

4 nomination OSCAR 1994

da Sette - suppl. Corriere della sera (Paolo Mereghetti)

   Lontano dai riflettori come star, Robert Redford film successivo in archivio sceglie le stesse qualità di discrezione e anonimato anche come regista. dall'esordio dietro la macchina da presa nel 1980 con Gente comune fino all'odierno Quiz Show, la sua messa in scena è di quelle che si nascondono agli occhi del pubblico e alle esclamazioni dei cinefili. Proprio come insegnava la Hollywood classica: movimenti di macchina ridotti al minimo, ma non privi di stile (qui ripropongono nella loro semplicità i "primitivi" stilemi della televisione anni Cinquanta), grandissima cura nel lavoro degli attori e sceneggiature "di ferro" a cui affidare quello che si vuol dire al pubblico. Che qui, nella ricostruzione del primo scandalo televisivo made in USA, non sono tanto i trucchi della televisione, ma piuttosto la falsa coscienza di un Paese, la capacità del capitale di manipolare i miti fondanti della storia nazionale e usare la fiducia popolare per aumentare i loro guadagni: lo dice esplicitamente la sceneggiatura (il discorso difensivo del produttore), ma lo suggerisce anche la regia: per esempio nella prima scena, quando le riprese della banca sono accompagnate dalle note di Mack the Knife (vi ricordate Brecht?). E il cerchio si chiude.

da La Voce (Gianni Canova)

   Quando l'America perse la (tele)verginità. Sul finire degli anni '50 un giovane avvocato riesce a dimostrare che il telequiz più seguito (Twenty One, quasi un antesignano del nostro Lascia o raddoppia?) si basa sulla truffa e sull'inganno: i concorrenti sanno in anticipo le risposte, il gioco è combinato a tavolino e tutto è studiato esclusivamente per far salire gli indici d'ascolto. Per l'America è uno shock, ma poi tutto torna come prima: e la Tv continua a dispensare sogni, inganni, dollari e illusioni. Girato con uno stile sobrio ma intenso, efficace e coinvolgente sul piano emotivo, Quiz Show smonta con cartesiana abilità i meccanismi di funzionamento del più potente medium post-moderno: la Tv come finzione della verità, come messinscena del reale. Fra Quinto potere di Lumet e Dentro la notizia di Brooks, quasi un'Orgia del potere mass-mediale: un film bello e civile che denuncia l'inganno di cui tutti siamo complici da quarant'anni a questa parte. E che chiude con pessimistica amarezza sui volti beati e plaudenti dei telespettatori che, nonostante tutto, vogliono comunque i quiz in Tv. Ancora e sempre. Allegria.

LUX maggio 1995