Qualunquemente
Giulio Manfredonia
- Italia 2010 - 1h 36'

  L'epopea di Cetto La Qualunque potrebbe sembrare un instant-movie sul bunga-bunga invece viene da lontano: l'onorevole calabrese ossessionato dal 'pilu' è stato inventato da Antonio Albanese 8 anni fa. Ha ragione il comico brianzolo-siciliano, quando afferma che oggi La Qualunque, confrontato a certi onorevoli autentici, sembra un moderato. In realtà il film, piuttosto che una satira politica, è uno studio antropologico sulla volgarità italiana, non solo del Sud. Al dì là dei buffi sproloqui del protagonista, ciò che colpisce maggiormente nella messinscena di Giulio Manfredonia sono i colori dei vestiti, la cafonaggine delle scenografie, l'uso esasperato di musiche e movimenti di macchina che apparentano Cetto e i suoi sgherri ai cowboys burini del western italiano di serie Z. Il difetto del film sta nella scarsa ambizione: racconta l'ascesa di Cetto alla carica di sindaco in un paesino calabro. Grottesco per grottesco, si poteva spedirlo a Palazzo Chigi: la metafora sarebbe stata ancora più enorme - e non meno realistica.

Alberto Crespi - L'Unità

  Piacerà. Ebbene sì e non a poche persone. Cioè non solo a Fabio Fazio, a Domenico Procacci e a quanti pensano alla Boccassini come una Giovanna d'Arco a Orleans. Perché Albanese e Procacci saranno in cattivissima fede, ma il loro mestiere lo conoscono. E per la loro torta avvelenata alla calabrese non si sono rivolti a un qualsiasi praticone che gli cucisse gli sketches di questi sette anni in qualche modo, ma a un signor regista, Giulio Manfredonia (il suo Si può fare è tra le cose migliori uscite nelle ultime stagioni). Trincerato in difesa (prima regola, fare il veicolo per Albanese), Manfredonia ha scelto deliberatamente la strada dello spettacolo 'scorrettissimo' calcando la mano sull'orgia di volgarità che si muove di pari passo con Cetto. Dalla moglie al portaborse al 'ragioniere' è un festival di macchiette tutte schizzate col segno grosso. Però vivaci, però esilaranti. Si ride. Come a certe vignette di Vauro. E chissenefrega se le ha disegnate in malafede.

Giorgio Carbone - Libero

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Personaggio noto a chi guarda le tv, La Qualunque condensa ogni nefandezza, meno l'omicidio (strano questo riguardo, in Calabria si uccide industrialmente), non tanto per affermarsi, ma per seguire la sua natura di cialtrone vitalista, erede dei personaggi di Sordi e Gassman in versione greve e specchio deformato (no troppo) della sfacciataggine/arroganza politica attuale. L'imbastitura drammaturgica è fragile e la cornice sgargiante finisce forse per sottrarre a Cetto parte della sua potenza icastica, ma il cast è indovinato e molte battute, dal piccolo al grande schermo, sono ormai un must.

cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2011