da Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
Jack (Michael Caine), Rebecca Miller, figlia del grande drammaturgo Arthur, moglie di Daniel Day-Lewis, ha evidentemente lo spettacolo nel sangue. In questo primo film racconta rispettando gli incroci narrativi e spendendo un po' di ovvietà socio-psicologica storie di donne, infelici come tante. Personal Velocity ci presenta infatti tre signore dimenticate, malmaritate, tre lati di una stessa personalità: cercansi nuove dimensioni, affetti, esperienze. La strada, cantava Gaber, è l'unica salvezza. La migliore delle tre, l'unica che ci emoziona, è l'ultima, Paula, ma vanno viste, captate e ricordate insieme, in una regia-diario di piccole annotazioni alla ricerca delle tre donne di Altman. Il coraggio quotidiano dell'animo femminile, quello nascosto, un poco manicheo verso il genere maschile. Le attrici, Parker Posey in testa, sono brave, giochiamo a crederci: perché vale sempre la lotta contro il nulla iperreale della società Usa. |
i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2003