PA-RA-DA
Marco
Pontecorvo -
Italia/Francia/Romania
2008
- 1h 40'
|
Venezia 65° - ORIZZONTI
menzione speciale premio Francesco Pasinetti -premio Don Gnocchi
premio Lanterna Magica - premio AIF-FORFILMFEST
Il
bravo clown franco algerino Miloud Oukili, oggi 36enne, scuola dei
Fratellini, giunge giovanissimo in Romania nel '92, per restarci pochi
mesi e non 13 anni, incrociando la sua vita con i ragazzi dello zoo di
Bucarest. Un'umanità disperata, fuggita dagli orfanotrofi, che vive nelle
fogne, nei sottofondi della città povera e violenta, ancora sconvolta
dalla guerra civile dopo la caduta di
Ceausescu. Quello che accadde poi e
che Marco Pontecorvo, figlio del grande Gillo cui il film è dedicato, ci
racconta in un film
senza retorica né moralismi, è la storia di un vero
miracolo sociale, del trionfo della volontà, della costanza e del
riscatto.
Pa-ra-da,
nome di un' associazione benefica nata nel '96 e dell'affermato gruppo
circense che gira con successo per l'Europa, è infatti il risultato del
lungo «corteggiamento» che Miloud ha fatto nei confronti del bambini dei
tombini, detti «boskettari», che vivevano sporchi di accattonaggio e
prostituzione fra tubi e canali, sniffando colla, vernici e spacciando,
imitando, quasi mimando i peccati mortali degli adulti. Il primo film di
Pontecorvo, direttore della fotografia, ripercorre in modo
impressionistico questo pezzo di vita verista, alla Zola, per dare un
contributo morale a quella storia ma anche ad altre storie che oggi girano
per il mondo e che hanno a che fare con l' ingiustizia. Difficile, se non
si è Fellini, non cadere nei tranelli del clown che piange col viso rigato
di nero, eppure il regista deb quasi sempre ci riesce, insegnandoci che
l'arte del ridere, virtù del circo, sintetizzata nel naso rosso posticcio,
può avere un preciso scopo umanitario e riscattare la giovinezza di oltre
mille ragazzi, aiutando le potenzialità artistiche nascoste sotto il
degrado. Vissuto, più che interpretato, con perfetta aderenza da molti dei
veri ragazzini e da Jalil Lespert, il film coprodotto con Rai 01 invita a
non darsi per vinti: il finale mostra quanto bisogno ci sia oggi non di
impronte digitali dei bimbi rumeni ma di film come
Pa-ra-da,
un happy end meritato.
|
Maurizio Porro -
Il Corriere della Sera |
1998:
esce il film
Patch Adams che racconta la vera
storia di un medico che decide di curare i pazienti indossando un naso
rosso da clown. Lo interpreta Robin Williams. 2008: alla Mostra del cinema
di Venezia assistiamo ai primi applausi di cuore per il film della sezione
Orizzonti
Pa-ra-da esordio nel lungometraggio del direttore della
fotografia Marco Pontecorvo. Unico rammarico per lui: il papà Gillo non
era in sala. Che c’entra Pa-ra-da con
Patch Adams? Se il dottore portava
la fantasia dei saltimbanchi negli ospedali, il clown metà algerino metà
francese («Ha qualcosa di più, non di meno», dice di lui lo zio) Miloud
decide di lasciare Parigi e l’università per andare a fare il clown nella
Bucarest del dopo Ceausescu, nei pressi della stazione, dai ragazzini
sporchi, brutti e incattiviti che vivono sotto i tombini e passano le
giornate a rubare, prostituirsi e sniffare la colla dalle buste di
plastica. Si chiamano “boskettari”. E’ il 1992. Dietro le facce da
gioventù perduta, si intravedono ogni tanto lampi di gioia e curiosità. E
questo grazie ai giochi che il clown li invita a costruire con lui. Miloud
è un idealista, non riesce ad avere il distacco dei più smaliziati
assistenti sociali che frequenta, viene visto con sospetto dai bambini,
con diffidenza dalla polizia e con odio accesso dai criminali che
sfruttano il giro dei “boskettari”. Quando per toglierselo dai piedi
provano ad accusarlo di pedofilia e anche al consolato francese gli
consigliano di tornarsene a casa, il nostro commenta: «E’ in questi casi
che sono orgoglioso di essere francese». Nonostante le Ong gli voltino le
spalle e grazie all’aiuto di una bella assistente sociale italiana che si
innamora suo malgrado di questo indomabile testone, il nostro Miloud
riuscirà a mettere i trampoli ai bambini.
Pa-ra-da (è il nome dello show
di Miloud & Co.) è tratto da una storia vera e nonostante sia un film
nella migliore tradizione del cinema civile d’intrattenimento dove la
durezza della cronaca perde rispetto alla catarsi finale, mantiene un
fortissimo tasso di credibilità grazie allo sguardo neorealista di
Pontecorvo e alle facce impossibili da non amare di Jalil Lespert (Miloud)
e di tutti i “boskettari”, tra cui spiccano il vispo Cristi di Robert
Valeanu e la vissuta Tea di Cristina Nita, mai stati attori prima del
film. Film che vola alto. Grazie a un clown che non soffre di vertigini. |
Francesco Alò – Il
Messaggero |
promo |
Nascosti nelle
fogne di Bucarest (dopo la caduta di Ceausescu) alcuni ragazzi
senza collare (e senza speranza) cercavano di sopravvivere con
ogni mezzo, finché Miloud, intrepido clown, riuscì a salvarli,
trasformandoli in artisti da circo. Il debuttante Marco Pontecorvo
narra la favola, bella e vera, senza retorica, con immagini
suggestive e lucida tenerezza. Film che vola alto. Grazie a un
clown che non soffre di vertigini... |
LUX
- ottobre 2008