Omicidio in paradiso
(Un crime au paradis)
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da La Stampa (Lietta Tornabuoni)
Paradiso è il nome d'una fattoria francese in Rhone-Alpes che in realtà è un inferno: i coniugi padroni di casa, alcolisti brutti grossi e quasi vecchi, si odiano. La moglie buca i secchi della mungitura del marito, gli taglia tutte e quattro le gomme del furgone, sostiene di avergli orinato nella minestra, gli brucia l'amato album di francobolli, gli versa stricnina topicida nel bicchiere del vino. Il marito non ce la fa più a vivere in quell'atmosfera assassina, non intende divorziare per non lasciare il patrimonio a lei (fattoria, casa, animali, tutto è di proprietà della moglie). Non gli resta che ucciderla, non senza avere preventivamente consultato un famoso avvocato difensore capace di far mandare assolti ben 25 colpevoli suoi clienti. Omicidio in Paradiso di Jean Becker, rifacimento di un vecchio film di Sacha Guitry a suo tempo interpretato da Michel Simon, costruito tra fattoria, paese e tribunale come una lenta descrittiva commedia convenzionale, condensa alcune singolarità intorno al suo uxoricidio rurale: la brutalità feroce possibile della vita in campagna; il cinismo quieto con cui l'assassino uccide e l'intero paese gli offre solidarietà accogliendolo pubblicamente al suo ritorno dal carcere con banda, applausi, fiori, abbracci, torte e baci; la futile amoralità del celebre avvocato. I protagonisti Jacques Villeret e Josiane Balasko sono bravi: "Palle mosce", è il saluto della moglie, "Va´ a farti impiccare" è il saluto del marito.
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TORRESINO
febbraio-aprile
2002