da Dizionario dei Film (a cura di Paolo Mereghetti) |
A Nashville (Tennessee) si svolge un megafestival di musica pop, sponsorizzato da un candidato politico qualunquista che si sta facendo la campagna elettorale: durante cinque giorni si intrecciano varie vicende (una cameriera cerca la via del successo, la moglie di un avvocato vive un breve amore con un cantante, una giornalista della Bbc inanella tutta una serie di gaffe, un vecchio si preoccupa della salute della moglie, i potenti locali si adoperano per favorire il candidato repubblicano) che si concludono con l’uccisione al Centennial Park della cantante Barbara Jean (Barbara Blakley) mentre la gente continua a cantare It Don’t Worry Me. Caleidoscopico, frammentario melodramma musicale, uno dei capolavori del cinema anni Settanta, ironico e magistralmente montato, con cui Altman rinnova e critica (demolendone le regole) il cinema classico hollywoodiano. La struttura narrativa aperta, dove tutto si intreccia con tutto, permette al film di affrontare una serie ditemi e aspetti della società americana (il talento, l’ambizione, la musica, lo show-business, la politica, la violenza) senza imporre un punto di vista preciso, ma anche senza preoccupazioni didascaliche o moralistiche. E la «babele dei personaggi» è sottolineata anche dalla babele delle colonne sonore (registrate su 24 piste diverse) che enfatizzano e riverberano la «confusione esistenziale» che attraversa il film. Ricchissimo di elementi ironici o sorprendentemente comici (uno per tutti: l’incidente sull’autostrada causato scontro tra un divano e una barca!) il film, sceneggiato da Joan Tewkesbury, si avvale anche contributo dei singoli attori, che sono stati spinti da Altman a creare loro stessi battute e situazioni per i loro personaggi (interpretano se stessi, Elliott Gould e Julie Christie). Oscar alla canzone I’m Easy, scritta e cantata (in una scena dove quattro donne pensano di essere il destinatario dell’esecuzione) da Keith Carradine. |
cinema invisibile TORRESINO gennaio-marzo 2007