Much Loved
Nabil Ayouch
- Francia/Marocco 2015 1h 43’


   Marrakech, giorni nostri. Noha, Randa, Soukaina fanno “la vita”. La loro quotidianità è scandita da interminabili notti orgiastiche in cui soddisfano i desideri, e le perversioni, di ricchi clienti sauditi ed europei, e di mattinate vuote trascorse a guardare la tv o a provare nuove pettinature. Le uniche scintille di umanità autentica sono quelle che le tre ragazze ritrovano nella propria intimità, tra una famiglia da mantenere, sogni di fatuo romanticismo e voglia d’espatriare. Il degradante universo della prostituzione femminile in Marocco è solo in apparenza rinchiuso fra le camere da letto della città di Marrakech: si allarga, in realtà, sino a dirci qualcosa d’importante sulla ricerca d’identità e sulla percezione della donna, e del suo corpo, nelle società di ogni continente.
Il film del regista Nabil Ayouch sconta forse il prezzo di una narrazione episodica e dei tanti, troppi fili annodati e non sviluppati a dovere, ma restituisce con efficacia, e con una buona sostanza filmica, un mondo coerente nella sua brutalità, là dove si è fatta piazza pulita di tutti i valori, eccetto uno: l’amicizia. Tra donne, s’intende.

Gianfrancesco Iacono - cinematografo.it

   Noha è una prostituta di Marrakesh, che vive con le compagne di lavoro Soukaina e Randa. Said è il loro autista e tuttofare, l'unica figura maschile positiva di questo universo notturno e umiliante. La presenza nei nightclub cittadini un gruppo di "generosi" sauditi impegna le serate di Noha e Soukaina, mentre Randa si dissocia, inseguendo altri interessi. Di giorno, Noha indossa il velo e un abito senza forma e fa visita alla madre, che si prende cura di suo figlio. La donna, neanche a dirlo, non si esime dal rimproverare con disprezzo le scelte di vita della figlia, salvo poi chiederle soldi in continuazione, pur conoscendo benissimo la loro provenienza. La vita delle tre ragazze e di Hilma, che si aggiunge al gruppo strada facendo, è rischiosa e fatta di abusi e illusioni che s'infrangono all'alba, ma la loro unione e la loro vitalità sanno spesso trasformarla in un'occasione di allegria e di affetto reciproco.
Il rumore del clamore che ha sommerso l'uscita di questo film, condannato in patria senza sconti di pena, ha sommerso anche la lucidità di giudizio sul valore intrinseco dell'opera di Ayouch, che è sinceramente modesto. Tuttavia, è solo contestualizzandola che se ne può apprezzare l'intento, mentre l'apporto di novità e coraggio sbiadisce al confronto con i tanti titoli sul medesimo soggetto che vediamo dove le maglie della censura non sono altrettanto fitte. Non c'è dubbio che la sola sequenza iniziale, con le ragazze che parlano in maniera più che esplicita dei loro genitali e delle prove a cui li sottopongono quotidianamente, non abbia lo stesso impatto sull'uditorio di casa e su quello europeo. In generale, la denuncia esplicita dell'ipocrisia che, nella vita come nel cinema, nega alla vista e all'udito ciò che esiste, sotto gli occhi di tutti, in nome di un rispetto che nella verità delle cose esiste molto meno, può suonare ridondante ad un pubblico informato ma ha un'evidente ragione di fondo. Meno giustificato è forse il voyeurismo del regista quando passa sgraditamente dalla parte del maschilismo che fotografa. La corruzione della polizia, la povertà del maschio spogliato dell'abito del potere (e la generosità della donna, Soukaina, che è ancora e sempre dipendenza), la solidarietà col resto del popolo della notte, dai trans al ragazzino di strada, sono le altre facce dello stesso prisma e, anche se il film ha il pregio di portarle in scena con morbidezza, senza strafare, l'accumulo stanca. Le attrici pincipali offrono delle interpretazioni di qualità, ma è l'avvento di Hilma, nella seconda parte del film, a portare le scene migliori: l'infelicità e la violenza esibite delle estenuanti scene dei festini indietreggiano in un muto dato di fatto e la goffa comicità con cui il gruppo attraversa le proprie giornate dà al racconto i pochi squarci di verità che erano mancati fino a quel momento.

Marianna Cappi - mymovies.it

 


 

promo

Noha, Randa, Soukaina, Hlima vivono nella moderna Marrakech dove offrono amore a pagamento. Vitali, gioiose e unite dalla complicità, queste donne affermano la loro emancipazione lottando conto la quotidiana violenza di una società che al tempo stesso le sfrutta e le condanna. Ayouch ci conduce nel loro regno notturno fatto di violenza, umiliazioni ma anche risate e tenerezza, perché in Much Loved c’è tutta una dimensione intima del racconto che affianca il vuoto umano delle ammucchiate notturne. un dramma da camera che si blocca al limire del voyeurismo per denunciare l’ipocrisia di un atavico maschilismo.

 
film successivo presente sul sito

LUX - ottobre 2015

film successivo presente sul sito