da Il Corriere della sera (Tullio Kezich) |
Probabilmente il nome di Gérard Jugnot non vi dice niente, ma la faccia di questo caratterista francese poco più che cinquantenne l'avete vista spesso. Si dà poi il caso che l'autore-attore, cresciuto nel Café-théatre, abbia firmato dal 1984 ad oggi ben otto film, dei quali solo uno arrivato in Italia: Formidabili amici (1991), storia di un borghese che finisce tra i clochard. Ora Monsieur Batignole fa venir voglia di recuperare l'intera filmografia di Jugnot, nella curiosità di scoprire precedenti riguardo al tema affrontato qui in maniera originale e graffiante. Interpretando nel 1983 un portiere collaborazionista in Papyfait de la résistance di Poiret, il comico aveva anticipato qualcosa di ciò che divampa nel film attuale: un'implacabile denuncia, sia pure in un tono che non di rado assume sfumature di umorismo, di mentalità e comportamenti del francese medio. Un tipo umano che negli anni dell'Occupazione ebbe modo di far emergere i sentimenti peggiori: egoismo, avidità, corruzione, ferocia. Edmond Batignole è un charcutier che pensa solo alla sua bottega, ma il moroso fascistoide della figlia denuncia gli ebrei dirimpetto. Poiché il mascalzone ha entrature presso i nazisti, i Batignole occupano il vasto appartamento dei deportati. Ed è là che all'improvviso si presenta il piccolo Simon, transfuga dal gruppo familiare avviato alla strage. Di fronte ad un bambino, ben presto raggiunto da due cuginette, il protagonista non se la sente di lavarsene le mani e sfodera una tecnica arlecchinesca prima per nascondere i tre ragazzini ed infine per tentare di contrabbandarli in Svizzera. Come attore Jugnot attinge nel modo più semplice ad una sorta di santità dell'uomo comune, sino ad una situazione che può ricordare Monsieur Klein quando la repulsione per i carnefici dell'Olocausto lo spinge a dichiararsi ebreo; ed intanto Jugnot regista punta implacabile il dito sul groviglio di opportunismi e viltà che rendono l'atmosfera ancor più soffocante. Accade così che questo filmetto sorridente, evitando ogni retorica e conservando la sguardo lucido (vedi il piccolo ebreo presentato come un rompiscatole) perviene ad individuare un quadro di tremende responsabilità... |
La memoria
storica del cinema francese: le polemiche del revisionismo (?) e il piacere
della narrazione (!)
cinema
invisibile-E20
TORRESINO
ottobre-dicembre 2002