Metronotte
Francesco Calogero - Italia 2000 - 1h 45'

da L'Unità (Michele Anselmi)

Perché non farne una serie televisiva? Magari la proposta farà inorridire Francesco Calogero, colto e ispirato cineasta siciliano rivelatosi con La gentilezza del tocco, ma Metronotte potrebbe davvero fungere da episodio pilota, senza nulla togliere alla sua dignità cinematografica. Tratto da un romanzo di Vincenzo Pardini, egli stesso guardia giurata in quel di Lucca, il film mette in scena un «giallo» che in realtà é un giallo dell'anima: perché è chiaro che a Calogero e al suo sceneggiatore Contarello la soluzione del caso interessa fino a un certo punto, preferendo essi scandagliare gli umori di una certa provincia, vorace e benestante, vista con gli occhi appunto del tumefatto metronotte Diego Abatantuono. Nel panni di Paolo Torregiani, l'attore milanese lavora stavolta per sottrazione, salvo lasciarsi andare un po' alle consuete gag nei duetti col giovane russo ferito piombatogli in casa. Lui crede sia fratello di Nadia, la bella slava spiata nottetempo mentre aspetta il ritorno del marito industriale in cattive acque; e invece le cose non stanno così. Come se non bastasse, Torregiani è sospettato di aver sparato al collega Alcide, trovato in una pozza di sangue dopo un alterco, e noi sappiamo che il metronotte si diverte a giocare un po' troppo con le armi. Immerso in un clima invernale, che tende al livido (azzeccata la fotografia di Giulio Pietromarchi), Metronotte è un film inconsueto per il nostro cinema in cerca di pubblico. È apprezzabile il tentativo di rinnovare il genere poliziesco senza mortificare le ragioni del plot e insieme raccontando un pezzo d'Italia poco frequentata sullo schermo; e specie nelle scene ambientate dentro la «Baluardo», tra piccole gelosie, cambi di turno e chiacchiere tra colleghi, il film attinge a una verità amarognola intonata allo sguardo del regista. Meno risolto, invece, è lo sviluppo delle sottostorie che si intrecciano, sicché alla fine si impone solo la sfigatissima passione del metronotte per la russa fragile e interessata, incarnata da Anna Safroncik. L'ambientazione lucchese offre a Calogero lo spunto per sfruttare alcuni valenti attori toscani, tra i quali Marco Messeri e Simona Caramelli, mentre Antonella Ponziani in partecipazione amichevole porta in sottofinale un piccolo brivido da non rivelare.

Cantiere Italia cinema Torresino ottobre-dicembre 2000
incontri con il cinema italiano: presente in sala lo sceneggiatore Andrea PIVA