Gli schermi più "ricchi",
a livello di qualità spettacolare, avranno tre titoli su
cui giocare il consenso del pubblico:
Il matrimonio del mio migliore amico,
L'avvocato del diavolo e La
seconda guerra civile americana.
Una commedia, la prima, squisitamente
leggera, romantica e frivola. Lei Julienne (Julia
Roberts) ha avuto un flirt indimenticabile con Michael
(Dermot Mulroney). Il loro amore-amicizia si è
interrotto con la promessa che, se al compimento del
ventottesimo entrambi si fossero ritrovati ancora
disponibili, si sarebbero infine sposati. Ma "alla
scadenza", quando lui la chiama è per presentarle
Kimmy (Cameron Diaz), la sua promessa sposa. Ora Julienne
è affascinante e affettivamente indispensabile, ma Kimmy
è l'occasione da non perdere, uno schianto nel
portamento, un "progetto" di moglie dolce e
devota. Il matrimonio è imminente, Kimmy considera
Julienne la sua migliore amica e la vuole come damigella,
Michael dal canto suo le confida ogni personale
trepidazione, rievoca con lei i sentimenti di un tempo
accavallandoli con fraterna nonchalance con la nuova
situazione sentimentale. Ovviamente Julienne scopre di
rivolerlo per sé e il gioco degli equivoci sentimentali
esplode alla grande con infidi sotterfugi, amabili gag e
bizzarre parentesi "popular" legate al
coinvolgimento emotivo, nella vita e nel cinema, della
canzone e della tradizione del musical. In più un
raffinato insert interpretativo affidato al redivivo
Rupert Everett : il suo gay-touch è descritto in
punto di penna, sorridente e "liberatorio"
nella sanguigna frenesia delle schermaglie amorose. Un
cameo che vale il film.
Ben più di
una comparsata è invece, in
L'avvocato del diavolo, il mefistofelico ruolo di Al
Pacino (John Milton) che affianca Keanu Reaves (Kevin
Lomax), penalista in carriera . La sequenza iniziale in
cui Kevin difende in tribunale un lascivo pedofilo è la
chiave di volta di un'opera tra il gore metropolitano e
l'incubo esistenziale. Il giovane Lomax sbarca a New York
con un reputazione vincente ed un'ambizione smodata. E
nella moderna Babilonia trova posto nel prestigioso
studio legale Milton-Chadwick-Waters. La
vita di Kevin si trasforma: il denaro, gli agi e la
carriera lo inebriano e gli fanno perdere le coordinate
del proprio essere e l'intesa sentimentale con sua moglie
Mary Ann (Charlize Theron), trascurata per cinico
arrivismo. Tra citazioni bibliche ("larghi sono i
cancelli e comode le strade che conducono alla
tentazione") e sardonici consigli ("se non devi
goderti mai tuo marito, abbi un rapporto con il suo
denaro"), il menage dei coniugi Lomax sfocia nel
dramma e per Kevin la gotica suite di John Milton diventa
luogo di allucinati incubi e sconvolgenti rivelazioni
(non per niente John Milton è l'autore di Paradise
Lost, paradiso perduto).
Girando con mirabile virtuosismo figurativo ed angoscioso
evolversi drammaturgico Taylor Hackford dilata
all'eccesso il paradosso morale faustiano e arriva ad
infastidire tra ammiccamenti ed effetti speciali, ma sa
sempre come riprendere, con padronanza scenica e furbizia
onirica, le briglia del racconto. Ma, tra la sensualità
morbida della Theron , l'arrivismo-macho di Keanu Reeves
e il diabolico protagonismo di Pacino, resta
l'impressione che anche L'avvocato del diavolo non
abbia saputo resistere alle lusinghe
(commercial-hollywoodiane) di John Milton: "Vanità,
decisamente il mio peccato preferito".
Bisogna
affidarsi allora alla tragi-commedia di La
seconda guerra civile americana
per godere appieno la verve spettacolare e satirica del grande cinema
made in USA. Immaginate che, per fronteggiare l'esodo
di un gruppo di orfani asiatici scampati all'ennesimo conflitto, il
governatore dell'Idaho decida di chiudere le frontiere agli immigrati.
E che , di conseguenza, il presidente, dopo un ultimatum andato a
vuoto, metta in armi i confini. Tra contrapposti schieramenti e un
malinteso linguistico ("secessione" anziché "successione"),
gli stati confederati si trovano ben presto in aperto conflitto. Una
tragedia per il sogno americano, un imperdibile scoop per i network
e per l'audience di prima serata... Vera sorpresa per il pubblico
in questo squarcio di stagione, La seconda guerra civile americana
rinverdisce la tradizione del film di genere e riconcilia con la vena
ilare e dissacratoria di Joe
Dante (Gremlins,
Salto nel buio,
Matinée).
Un'opera di serie-B, politicamente scorretta e cinematograficamente
magistrale.
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