Mateo |
Grifone di cristallo | |
MIAMI |
Premio Opera Prima ispano-americana e miglior sceneggiatura |
CARTAGENA | premio del pubblico |
Colombia, regione centrale del
fiume Magdalena. Mateo è un adolescente che vive solo con la madre e
subisce il fascino dello zio Walter, arricchitosi come strozzino, un
essere umano violento e senza pietà. Per evitare di venire espulso da
scuola, Mateo accetta di frequentare un corso di teatro, condotto da un
prete che sta cercando di aiutare la comunità ad uscire dalla paura e
dalla connivenza con la criminalità. Il corso apre gli occhi al ragazzo
sulla pericolosità dello zio, ma potrebbe essere troppo tardi. |
Marianna Cappi - mymovies.it |
Costruito come una pièce teatrale a partire da un genere piuttosto praticato nel cinema del latinoamerica, quello della gioventù prestata alla malavita. (...) Ma qui non siamo nella sofisticata Argentina, ma in Colombia, una antica tradizione di cinema, considerato per lo più un artigianato, oggi cinematografia ricca di nuovi stimoli, con alcune sorprese. Il film mette in scena con precisione il dramma più emblematico della storia umana, il tradimento di Giuda: Mateo accetta di partecipare alle lezioni di teatro per fare la spia allo zio sui componenti del gruppo, in modo da poterli in qualche modo incastrare. E' solo un po' alla volta che si rende conto di quello che sta facendo. La sua consapevolezza si muove di pari passo alla scoperta di un mondo diverso da quello in cui è cresciuto, di valori differenti. Il racconto è lieve e astratto, e racconta una situazione che precipita solo nella gestualità, nell'accennare drammi tanto diffusi da non costituire neanche più sorpresa. Ma, si sottolinea, nella zona del fiume Magdalena, le comunità locali, a cui il film si ispira ed è dedicato, hanno saputo reagire alla criminosa e collusa situazione locale e «hanno costruito nel tempo, una pace duratura sul territorio puntando prima di tutto sulla dignità e sul rispetto della vita». Il film è stato scelto a rappresentare la Colombia come miglior film straniero agli Oscar. |
Silvana Silvestri - Il Manifesto |
Made in Colombia, un lindo e più che corretto film-denuncia sulla difficile situazione in cui vivono tante zone di quella nazione bellissima e tribolata. La regista Maria Gamboa dirige un cast di non professionisti ma assai motivati e se pensate che la storia sia tutta fiction, ebbene vi sbagliate. La figura del sacerdote padre David si ispira infatti a quella di un teatrante milanese, Guido Ripamonti, che ha fondato e dirige laggiù il Centro Culturale Horizonte. La forza delle buone intenzioni di una vicenda (…) sicuramente sincera e vissuta, nonché la padronanza di mezzi e fini di un’autrice di cui sinora era solo conosciuto il corto 20 mil del 2007, hanno colpito le giurie di tanti festival internazionali. Quindi premi e segnalazioni a Giffoni (Grifone di Cristallo), a Cartagena e a Miami (Premio Opera Prima ispano-americana e miglior sceneggiatura). |
Massimo Lastrucci - Ciak |
promo |
Il 16enne Mateo vive con la madre in un quartiere povero e violento, lungo la valle del fiume Magdalena, in Colombia. Per aiutare economicamente la famiglia, il ragazzo raccoglie per conto di un suo zio il denaro proveniente delle estorsioni. Una via d'uscita potrebbe essere rappresentata dal gruppo teatrale organizzato da un sacerdote coraggioso, molto attivo nel recupero sociale degli adolescenti, ma anche questa opportunità è vista dallo zio come fonte d’informazione per i suoi traffici. Mentre sboccia in Mateo la passione per la recitazione, la sua coscienza va in crisi… Un film colombiano che narrativizza problemi reali, necessariamente “piccolo” e tuttavia dotato di una solida drammaturgia, messo in scena con un linguaggio fluido e molto ben recitato. Scelto a rappresentare la Colombia come miglior film straniero agli Oscar! |
LUX - febbraio 2015 |